I funghi di Rota all’entrata dei Musei costerebbero 660.000 euro / VOTA
Arriva l’ennesima richiesta di un confronto sul progetto Perché non realizzare prima servizi igienici a norma?
Una simulazione dei funghi progettati da Rota per i musei
Le teorie. Oggi ad intervenire è Pierpaolo Panciroli, insegnante al liceo “Corso” di Correggio nonchè firmatario dei diversi appelli. «L’Amministrazione comunale - così esordisce - annuncia che sta procedendo da tempo alla informazione diretta incentrata sulle modalità e finalità teoriche del futuro allestimento dei Musei civici a firma di Italo Rota. Purtroppo alla cittadinanza poco è stato mostrato della applicazione concreta di queste teorie a Palazzo San Francesco. E nulla è stato chiarito in merito ai costi dell’intervento, elemento fondamentale per dare il giusto peso alle opere nel contesto in cui esse si inseriscono».
Già visto. Ed è per colmare questi “buchi neri” che Panciroli intende mettere a disposizione dei reggiani «alcuni stralci di delibere e altri documenti reperiti in rete». «In “Reggio Comune” marzo aprile 2011 - spiega - è stata resa pubblica l’immagine del futuro ingresso dei Musei civici. L’unica immagine nota delle “strutture specchianti ad ombrello”, che per semplicità chiameremo “funghi” visto che già dal 2009 la stampa li aveva identificati come tali. In una intervista del 2009 a domanda in merito ai funghi Italo Rota risponde: “Sono colonne contemporanee, riprendono il colonnato del teatro e gli zampilli della nuova fontana”. Peccato che l’estroso artista dimentichi che queste strutture ad ombrello risultano identiche a quelle che il medesimo autore ha collocato nel 2007 a Palermo nella ex-chiesa di Sant'Elena». Nella delibera di Giunta ID 2008 n.136 al punto 24 - è sempre Panciroli a precisarlo - sono elencati tutti gli elaborati grafici relativi a questi funghi, fino al dettaglio dei particolari esecutivi in scala 1:1. Ci si chiede: anche i particolari esecutivi sono identici a quelli di Palermo? A seguito della nostra segnalazione di questa somiglianza, nella prima lettera da noi inviata al sindaco, l’autore ha risposto lapidario che sono “strutture psicologiche”».
Numeri e psicologia. Di fronte al muro delle «strutture psicologiche» non facili da decifrare senza l’aiuto del Maestro, e oltre «le motivazioni che stanno alla base delle teorizzazioni di Italo Rota e che sono state assunte in toto dalla Amministrazione comunale», Panciroli preferisce passare ai numeri, quelli sì, universalmente comprensibili. «In merito ai costi specifici del nuovo ingresso ai Musei civici, nella delibera di Giunta ID 2008 n. 325 è scritto con precisione: Quadro 3 - allestimenti da affidare separatamente. 3.1) “strutture specchianti ad ombrello” = costo 666.000 euro. Questa somma non comprende il costo della parete verde verticale retrostante, che ha già suscitato diverse perplessità riguardo agli oneri di manutenzione annuale, su cui attendiamo ancora risposta».
Il marketing. Le domande a questo punto abbondano. «Quale forte necessità estetica o di marketing o di comunicazione o pedagogica o perfino psicologica, come sostiene l’autore, può oggi giustificare questa spesa, che appare sorprendente e inopportuna agli occhi di molti? Non è solo una considerazione strumentale, legata al momento molto difficile che l’economia sta attraversando. Se ci limitiamo al tema Musei civici, le perplessità sulle spese preventivate e sull’allestimento Rota restano le medesime». Perché, a prescindere dal new look dell’ingresso «Palazzo San Francesco ha tante necessità, ben note e a nostro avviso prioritarie rispetto alla metodologia e alle soluzioni proposte».
Il degrado. Perché allora non utilizzare diversamente i fondi teoricamente disponibili, «che risultano essere oltre quattro milioni di euro?». «La collezione Spallanzani ed il Museo Chierici - entra nel merito Panciroli - rappresentano una eccellenza scientifica riconosciuta a livello internazionale. Ma versano in condizioni di degrado, private da decenni della manutenzione più ordinaria. Da anni le teche attendono di essere uniformate alle condizioni di sicurezza previste dalla normativa regionale, e richiedono interventi di minimo restauro ligneo poiché invase dalla polvere. Le medesime collezioni storiche necessitano revisione dell’impianto di illuminazione. Lo stato strutturale complessivo dell’edificio merita qualche investimento, anche alla luce della attività sismica ripresa in questo inizio d'anno. Sarebbe opportuno approfittare di parte delle somme a disposizione per la messa in sicurezza dell'edificio, prima di iniziare opere di allestimento. Il palazzo inoltre reclama la realizzazione di servizi igienici pubblici a norma e decorosi, che vadano a sostituire il prefabbricato collocato provvisoriamente da anni nel cortile interno». Per concludere: «Suggeriamo all’Amministrazione una doverosa pausa di riflessione sul complessivo riallestimento dei Musei proposto da Rota. Ci sono troppi “funghi” strani, non solo all’ingresso, difficili da digerire oggi e in futuro».
30 marzo 2012