I funghi dialogano con la piazza e la città storica
L’assessore Spadoni non ha alcun dubbio sul restyling «Non è un’operazione originale? E’ la cifra stilistica di Rota»
Prosegue il dibattito sui Musei civici. Dopo lo scultore Graziano Pompili e l'assessore alla Cultura Giovanni Catellani, a prendere la parola è l'assessore ai progetti speciali con delega ai progetti urbanistici Mimmo Spadoni, che puntualizza alcune questioni. «Ci sono dei fatti che vengono prima delle opinioni e che restano anche dopo di queste - esordisce Spadoni -. Visto che sono stati resi noti privatamente e pubblicamente, bisognerebbe sempre tenerli presenti. Il progetto dei Musei civici ha una storia lunghissima, che comincia nel 2004: c'era un cantiere bloccato da tempo, da cui era anche nato un contenzioso con l'azienda a cui erano stati affidati i lavori. Il Comune ha preso in mano il progetto e lo ha inserito nel piano di valorizzazione della città storica che comprendeva anche la valorizzazione di questo polo culturale in riferimento al suo rapporto con lo spazio pubblico».
Quindi si tratta di un progetto da pensare in relazione agli altri lavori realizzati in città?
«Sì, a partire dalla riqualificazione di piazza Martiri del 7 luglio, che verrà completata con la creazione del parcheggio; in questo discorso si inseriscono piazza Fantanesi, l'ex Mercato coperto, la pavimentazione delle strade e le altre opere la cui realizzazione ha a volte diviso l'opinione pubblica e che oggi sono apprezzate da tutti i reggiani».
Come mai allora non sono ancora cominciati i lavori?
«Se non ci fosse stato il "patto di stabilità" il progetto sarebbe già stato realizzato. Per questo siamo costretti a tenere bloccati alla Banca d'Italia 60-70 milioni di euro, una cifra che per noi è molto significativa. Il progetto è stato approvato nel 2007-2008: chi parla quindi di opere realizzate con l'Imu dimostra di non sapere come funzionano le cose».
Catellani ha sottolineato la necessità di "stimolare la curiosità dei cittadini", mentre Pompili ha affermato che è mancato il dialogo.
«Vorrei precisare è che i lavori ai Musei non riguardano il loro contenuto che resterà invariato. Si tratta di intervenire sull'ingresso che dà sulla piazza e sulla parte dove sorgerà l'istallazione trasparente di Rota, che ora non è fruibile. Non si toccheranno le aree già destinate all'esposizione».
Ma cosa verrà realizzato nelle nuove aree?
«Un bookshop all'ingresso, un ristorante all'ultimo piano e le period rooms, alcune stanze tematiche che racconteranno alcuni temi del '900 a Reggio. Su questo siamo pronti a convocare i cittadini per discutere sul come attraversare in modo "trasversale" il ’900 reggiano. Si tratta di un’opera che guarda al futuro, un modo per valorizzare ulteriormente i musei».
Si è parlato di "dialogo" tra le strutture riflettenti e il resto della piazza: tra queste però vi sono i due antichi cedri del Libano, saranno rimossi?
«No. Sono in una posizione più laterale rispetto al teatro, non creano problemi».
Un'altra critica al progetto si basa sulla sua “non originalità”, essendo già stato realizzato a Palermo.
«Credo sia un'affermazione che non meriti nemmeno una risposta. E’ una cifra stilistica, un "marchio" che contraddistingue Rota: è come dire che Calatrava fa i ponti bianchi sia a Reggio che a Valencia o che Caravaggio utilizzava sempre il chiaroscuro».
Concludendo, quando inizieranno i lavori?
«I fondi per il progetto sono bloccati dal patto di stabilità: una volta che questi torneranno disponibili procederemo».
Daniele Valisena
www.gazzettadireggio.it
Quindi si tratta di un progetto da pensare in relazione agli altri lavori realizzati in città?
«Sì, a partire dalla riqualificazione di piazza Martiri del 7 luglio, che verrà completata con la creazione del parcheggio; in questo discorso si inseriscono piazza Fantanesi, l'ex Mercato coperto, la pavimentazione delle strade e le altre opere la cui realizzazione ha a volte diviso l'opinione pubblica e che oggi sono apprezzate da tutti i reggiani».
Come mai allora non sono ancora cominciati i lavori?
«Se non ci fosse stato il "patto di stabilità" il progetto sarebbe già stato realizzato. Per questo siamo costretti a tenere bloccati alla Banca d'Italia 60-70 milioni di euro, una cifra che per noi è molto significativa. Il progetto è stato approvato nel 2007-2008: chi parla quindi di opere realizzate con l'Imu dimostra di non sapere come funzionano le cose».
Catellani ha sottolineato la necessità di "stimolare la curiosità dei cittadini", mentre Pompili ha affermato che è mancato il dialogo.
«Vorrei precisare è che i lavori ai Musei non riguardano il loro contenuto che resterà invariato. Si tratta di intervenire sull'ingresso che dà sulla piazza e sulla parte dove sorgerà l'istallazione trasparente di Rota, che ora non è fruibile. Non si toccheranno le aree già destinate all'esposizione».
Ma cosa verrà realizzato nelle nuove aree?
«Un bookshop all'ingresso, un ristorante all'ultimo piano e le period rooms, alcune stanze tematiche che racconteranno alcuni temi del '900 a Reggio. Su questo siamo pronti a convocare i cittadini per discutere sul come attraversare in modo "trasversale" il ’900 reggiano. Si tratta di un’opera che guarda al futuro, un modo per valorizzare ulteriormente i musei».
Si è parlato di "dialogo" tra le strutture riflettenti e il resto della piazza: tra queste però vi sono i due antichi cedri del Libano, saranno rimossi?
«No. Sono in una posizione più laterale rispetto al teatro, non creano problemi».
Un'altra critica al progetto si basa sulla sua “non originalità”, essendo già stato realizzato a Palermo.
«Credo sia un'affermazione che non meriti nemmeno una risposta. E’ una cifra stilistica, un "marchio" che contraddistingue Rota: è come dire che Calatrava fa i ponti bianchi sia a Reggio che a Valencia o che Caravaggio utilizzava sempre il chiaroscuro».
Concludendo, quando inizieranno i lavori?
«I fondi per il progetto sono bloccati dal patto di stabilità: una volta che questi torneranno disponibili procederemo».
Daniele Valisena
www.gazzettadireggio.it
01 aprile 2012