martedì 24 maggio 2011

Rassegna stampa: il convegno di Veronella su www.patrimoniosos.it

Palladio da salvare


Paola Bosaro


Veronella, i conti Serego e il Palladio. Tre nomi e tre temi che affascinano e stimolano la curiosità, e che potranno aprire nell'immediato futuro nuovi percorsi di ricerca storica, architettonica ed artistica nel Colognese. Grazie a recenti studi condotti da Giulio Zavatta, ricercatore dell'Università di Verona, è stato possibile attribuire senza tema di smentite ad Andrea Palladio il progetto e la realizzazione delle barchesse di Corte Grande, la maestosa villa dei conti Serego, situata in centro a Veronella. Non solo. Studiando documenti inediti e lettere cinquecentesche, lo stesso ricercatore ha scoperto che il celebre architetto padovano fu incaricato dai Serego di progettare anche il complesso della villa vera e propria, tuttavia il disegno non piacque ai committenti, e perciò non venne preso in considerazione. La dimora signorile, infatti, fu realizzata solo nel Settecento, senza seguire le indicazioni del Palladio. Di questi ed altri argomenti legati al territorio e al patrimonio storico della Cucca (così si chiamava Veronella fino ai primi del Novecento) si è discusso ieri, proprio nel paese dei Serego, in una gremita sala civica. Il convegno organizzato dall' associazione culturale Adige Nostro, in collaborazione con A regola d'arte e con il patrocinio dell'amministrazione comunale, si intitolava «La Cucca dei Serego: architetture palladiane, paesaggio ed arte». «L'attribuzione definitiva delle barchesse di Corte Grande al Palladio è una scoperta di notevole rilevanza», spiega il presidente di Adige Nostro Gianni Rigodanzo. «Abbiamo voluto inserire le ricerche di Zavatta in una tavola rotonda che comprendesse anche altri aspetti della formazione paesaggistica, storica ed artistica del Colognese. Al termine del convegno, tutti gli atti verranno pubblicati». Lo studioso Beppino Dal Cero ha presentato le interessanti scoperte archeologiche della zona, in primis nella necropoli di Desmontà, ai confini tra Veronella ed Albaredo. Ha dimostrato inoltre come la dislocazione attuale delle vie del paese abbia rispecchiato pressoché in toto la suddivisione agraria romana. Lo storico Marco Pasa ha illustrato gli interventi eseguiti nei secoli dai Serego per valorizzare, «addomesticare» e gestire il territorio. I Serego, infatti, furono una famiglia di imprenditori agricoli che avviarono vaste opere idrauliche per la bonifica, delle terre di Zerpa, tra cui la famosa botte Zerpana, opera attribuita al Palladio e ancor oggi in funzione. Il presidente del Centro studi Cardo di Cologna Guerrino Maccagnan, servendosi di fotografie e documenti, ha fatto un excursus sulla dinastia dei ricchi latifondisti veronellesi, soffermandosi sui rappresentanti più illustri, come Alberto di Serego, che nel 1532 ospitò nella sua corte l'imperatore Carlo V. La giovane ricercatrice Jessica. Soprana, invece, si è spostata con il suo intervento 15 chilometri più a sud, in un'altra villa dei conti Serego, a Beccacivetta di Coriano. Soprana ha analizzato in particolare il ciclo pittorico di Corte Ricca. Alla fine c'è stato il piatto forte del convegno, inerente la paternità palladiana dei magazzini della villa. Riferendosi agli studi di Giuseppe Biadego (1886) e di Anna Rinaldi Gruber (1972-'73), oltre che al fondo Serego della Biblioteca, civica. di Verona, Zavatta ha scoperto che il grande architetto alloggiò a Veronella nel maggio del 1565. Si recò dai Serego per sovrintendere alla costruzione delle capriate lignee che coprivano le barchesse, ancora oggi esistenti. Sempre ai Serego Palladio aveva presentato prima la pianta dell'intera struttura e quindi il progetto della facciata. Se per il primo progetto non ci fu problema, l'ipotesi della facciata trovò la resistenza dei committenti, probabilmente per il carattere innovativo del disegno palladiano, che dovette sconcertare i proprietari. Un ulteriore carteggio consultato dallo studioso dimostra che Palladio si difese dalle obiezioni mosse dai Serego: nonostante i tentativi dei Serego di ricontattare l'artista, Palladio non venne meno al suo progetto iniziale e imputò «alla scarsa cultura delle maestranze, che non erano in grado di intenderlo, il giudizio negativo sul suo disegno», ha spiegato Zavatta.

Un gioiello che rischia di sparire

Purtroppo, l'orgoglio dei veronellesi di avere nel centro del proprio paese le barchesse palladiane più estese oggi esistenti (30mila metri quadri) cozza contro le precarie condizioni in cui versa l'intera struttura di Corte Grande. Le barchesse hanno subito notevoli danni alla copertura negli ultimi tempi, a causa della scarsa manutenzione. L'anno scorso si è aperto un enorme squarcio nel tetto, all'incrocio tra i due bracci del fabbricato. Alcune arcate sono state murate, gran parte dei mattoni originali sono consunti e l'intonaco si sta sbriciolando. Tutto il complesso della villa versa in uno stato di totale abbandono, con pericolo di ulteriori crolli e danni irreparabili. Al convegno purtroppo non è potuta intervenire Carolina di Serego, che pure era attesa all'incontro. A lei comunque i ricercatori, l'amministrazione comunale e la comunità di Veronella hanno rivolto l'ennesimo appello per salvare un patrimonio storico ed artistico di notevole importanza che rischia di scomparire. In particolare a sollevare l'appello è stata la voce del presidente del centro studi Cardo Guerrino Maccagnan. La struttura di Corte Grande fu realizzata intorno al 1000 e probabilmente costituiva la sede del feudo vescovile di Cucca. Passò quindi agli Scaligeri e a fine Trecento divenne proprietà dei contio Serego. L'epoca di maggior splendore è il 1500, quando i Serego stabilirono a Corte Grande Ila sede principale degli affari, degli incontri 3la gestione dei territori circostanti. Altro momento di splendore fu nel 1700, quando fu abbattuta la torre medievale e il complesso assunse la struttura attuale.

http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=85701

Rassegna stampa: il convegno di Veronella su l'Arena di Verona online e sul Giornale dell'Arte

PALLADIO DA SALVARE
ARCHITETTURA. Un convegno organizzato da Adige Nostro e in collaborazione con A Regola d'Arte ha spiegato l'attribuzione del complesso all'artista padovano
Le barchesse di Corte Grande, la Villa Serego a Veronella,
un monumento che va strappato al degrado
22/05/2011

Veronella, i conti Serego e il Palladio. Tre nomi e tre temi che affascinano e stimolano la curiosità, e che potranno aprire nell'immediato futuro nuovi percorsi di ricerca storica, architettonica ed artistica nel Colognese.

Grazie a recenti studi condotti da Giulio Zavatta, ricercatore dell'Università di Verona, è stato possibile attribuire senza tema di smentite ad Andrea Palladio il progetto e la realizzazione delle barchesse di Corte Grande, la maestosa villa dei conti Serego, situata in centro a Veronella. Non solo. Studiando documenti inediti e lettere cinquecentesche, lo stesso ricercatore ha scoperto che il celebre architetto padovano fu incaricato dai Serego di progettare anche il complesso della villa vera e propria, tuttavia il disegno non piacque ai committenti, e perciò non venne preso in considerazione. La dimora signorile, infatti, fu realizzata solo nel Settecento, senza seguire le indicazioni del Palladio.

Di questi ed altri argomenti legati al territorio e al patrimonio storico della Cucca (così si chiamava Veronella fino ai primi del Novecento) si è discusso ieri, proprio nel paese dei Serego, in una gremita sala civica. Il convegno organizzato dall'associazione culturale Adige Nostro, in collaborazione con A regola d'arte e con il patrocinio dell'amministrazione comunale, si intitolava «La Cucca dei Serego: architetture palladiane, paesaggio ed arte».

«L'attribuzione definitiva delle barchesse di Corte Grande al Palladio è una scoperta di notevole rilevanza», spiega il presidente di Adige Nostro Gianni Rigodanzo. «Abbiamo voluto inserire le ricerche di Zavatta in una tavola rotonda che comprendesse anche altri aspetti della formazione paesaggistica, storica ed artistica del Colognese. Al termine del convegno, tutti gli atti verranno pubblicati».
Lo studioso Beppino Dal Cero ha presentato le interessanti scoperte archeologiche della zona, in primis nella necropoli di Desmontà, ai confini tra Veronella ed Albaredo. Ha dimostrato inoltre come la dislocazione attuale delle vie del paese abbia rispecchiato pressoché in toto la suddivisione agraria romana. Lo storico Marco Pasa ha illustrato gli interventi eseguiti nei secoli dai Serego per valorizzare, «addomesticare» e gestire il territorio. I Serego, infatti, furono una famiglia di imprenditori agricoli che avviarono vaste opere idrauliche per la bonifica delle terre di Zerpa, tra cui la famosa botte Zerpana, opera attribuita al Palladio e ancor oggi in funzione.
Il presidente del Centro studi Cardo di Cologna Guerrino Maccagnan, servendosi di fotografie e documenti, ha fatto un excursus sulla dinastia dei ricchi latifondisti veronellesi, soffermandosi sui rappresentanti più illustri, come Alberto di Serego, che nel 1532 ospitò nella sua corte l'imperatore Carlo V. La giovane ricercatrice Jessica Soprana, invece, si è spostata con il suo intervento 15 chilometri più a sud, in un'altra villa dei conti Serego, a Beccacivetta di Coriano. Soprana ha analizzato in particolare il ciclo pittorico di Corte Ricca.
Alla fine c'è stato il piatto forte del convegno, inerente la paternità palladiana dei magazzini della villa. Riferendosi agli studi di Giuseppe Biadego (1886) e di Anna Rinaldi Gruber (1972-'73), oltre che al fondo Serego della Biblioteca civica di Verona, Zavatta ha scoperto che il grande architetto alloggiò a Veronella nel maggio del 1565. Si recò dai Serego per sovrintendere alla costruzione delle capriate lignee che coprivano le barchesse, ancora oggi esistenti. Sempre ai Serego Palladio aveva presentato prima la pianta dell'intera struttura e quindi il progetto della facciata. Se per il primo progetto non ci fu problema, l'ipotesi della facciata trovò la resistenza dei committenti, probabilmente per il carattere innovativo del disegno palladiano, che dovette sconcertare i proprietari. Un ulteriore carteggio consultato dallo studioso dimostra che Palladio si difese dalle obiezioni mosse dai Serego: nonostante i tentativi dei Serego di ricontattare l'artista, Palladio non venne meno al suo progetto iniziale e imputò «alla scarsa cultura delle maestranze, che non erano in grado di intenderlo, il giudizio negativo sul suo disegno», ha spiegato Zavatta.

Paola Bosaro

http://www.larena.it/stories/Cultura_e_Spettacoli/254143__palladio_da_salvare/

Convegno "La Cucca dei Serego". Il programma





A Regola d'Arte collabora all'organizzazione di un convegno su Palladio


Il 21 maggio 2011 nella sala civica del Comune di Veronella si terrà un importante appuntamento: un convegno sulla Cucca, possessione dei Serego per la quale il celebre architetto Andrea Palladio fornì alcuni progetti.
L'Associazione A Regola d'Arte ha collaborato con l'Associazione Adige Nostro, attiva da anni sul territorio di Veronella e della Bassa Veronese, per la realizzazione e la riuscita di questo importante evento.

Rassegna stampa: il convegno su Paolo da San Leocadio su "La Libertà"

Rassegna stampa: il convegno su Paolo da San Leocadio sull' "Informazione" di Reggio Emilia

Il link per accedere al pdf del quotidiano reggiano del 9 marzo 2011

linformazione.e-tv.it/archivio//20110309/31_RE0903.pdf

Rassegna stampa: il convegno su Paolo da San Leocadio sulla Gazzetta di Reggio

Il convegno sull’opera di Paolo da San Leocadio


09 marzo 2011 — pagina 17 sezione: Cronaca

Si terrà domani alla Galleria Parmeggiani la giornata internazionale di studi dedicata al pittore reggiano Paolo da San Leocadio (1447-1520), artista poco noto in Italia, ma molto celebrato in Spagna soprattutto a partire dal 2004 quando, sotto la volta barocca della Cattedrale di Valencia, vennero scoperti gli straordinari affreschi realizzati da Paolo da San Leocadio e da Francesco Pagano raffiguranti angeli con strumenti musicali, considerati la più importante impresa artistica dell’epoca e oggi ritenuti tra i massimi capolavori europei del Rinascimento.
Il convegno, riunisce i massimi studiosi spagnoli e italiani dell’artista, personalità e rappresentanti di istituzioni della città che hanno sostenuto l’iniziativa, allo scopo di fare conoscere in Italia e soprattutto nella sua patria d’origine, Reggio Emilia, l’opera di Paolo da San Leocadio.
Tra i relatori del convegno Ximo Company, professore di storia dell’arte dell’università di Lleida e massimo esperto di Paolo da San Leocadio che ha dato avvio alla conoscenza di questo artista in Italia.
La giornata di studi prenderà il via al mattino alle ore 9.30 con un saluto di Elisabetta Farioli, direttore dei musei civici di Reggio, Stefano Casciu soprintendente per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Modena e Reggio, Giovanni Catellani assessore alla cultura e università del Comune di Reggio, Ximo Company cattedratico di storia dell’arte dell’ateneo di Lleida e Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori Reggio.
Seguiranno quindi le relazioni di Adele Condorelli, membro della reale accademia di belle arti di San Carlo di Valenza, Giovanni Pio Palazzi, Danilo Morini e Angelo Mazza. Alle 15 la visita guidata alla Galleria Parmeggiani a cura di Renza Grossi. Quindi, a partire dalle 16.00, sono previsti gli interventi di Ximo Company e Isidro Puig.
I lavori si chiuderanno con la presentazione di Alessandra Bigi Iotti del libro «Il Rinascimento di Paolo da San Leocadio».
Durante il convegno sono esposti due affreschi di autori anonimi provenienti dalla Galleria Fontanesi raffiguranti la Madonna dei battuti, (databile all’ ultimo quarto del XV secolo) e Matrimonio mistico di Santa Caterina dello stesso periodo che presentano affinità con la produzione di Paolo da San Leocadio.
Il convegno è a ingresso gratuito e senza obbligo di prenotazione.
Gli atti del convegno saranno pubblicati a cura di Alessandra Bigi Iotti e Giulio Zavatta.

tratto da: http://ricerca.gelocal.it/gazzettadireggio/archivio/gazzettadireggio/2011/03/09/ECNPO_ECN01.html

Rassegna stampa: il convegno su Paolo da San Leocadio sul Giornale dell'Arte online

Reggio Emilia, un convegno su Paolo da San Leocadio



Reggio Emilia. Si svolgerà il 10 marzo alla Galleria Parmeggiani il convegno internazionale «L'opera pittorica del reggiano Paolo da San Leocadio in Spagna», artista vissuto tra il 1447 e il 1520, importante tramite per l'avvio della pittura del Rinascimento nella terra iberica. I curatori Ximo Company, docente di storia dell'arte all'Università di Lleida ed Elisabetta Farioli direttrice dei Musei Civici reggiani (coordinamento scientifico di Alessandra Bigi Iotti e Isidro Puig) hanno organizzato il programma della giornata di studi, promossa dal Comune, dalla Soprintendenza e dalla Fondazione Manodori, che parte alle 9,30 e termina alle 18,30. Al mattino sono previste relazioni su Paolo negli archivi di Reggio (Adele Condorelli), sulla pittura reggiana dell'epoca (Angelo Mazza), sulla Galleria Parmeggiani (Renza Grossi) e il pomeriggio sulle pitture di Paolo a Valenza (Ximo Company e Isidro Puig). Si chiude con la presentazione del volume di Ximo Company, Il Rinascimento di Paolo da San Leocadio (Kalòs, Palermo).

di Stefano Luppi, edizione online, 28 febbraio 2011

http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2011/2/106950.html

A San Valentino di Castellarano, la pieve di Sant'Eleucadio


11 marzo 2011. E' stato davvero un onore e un privilegio accompagnare il prof. Ximo Company, per la prima volta, nella terra di origine del "suo" Paolo da San Leocadio.

Con il CAEM alla mostra di Melozzo da Forlì


Alessandra Bigi Iotti e Giulio Zavatta dell'Associazione a Regola d'Arte a Forlì per la mostra di Melozzo, assieme agli amici del CAEM dell'Università di Lleida prof. Ximo Company, prof. Isidro Puig, e dr. Marc Ballestè.

10 marzo 2011: la giornata internazionale di studi su Paolo da San Leocadio

Adele Condorelli, Isidro Puig e Elisabetta Farioli

Angelo Mazza

Danilo Morini e Giovanni Pio Palazzi

Ximo Company

Isidro Puig, Elisabetta Farioli, Ximo Company

Alessandra Bigi Iotti

Alcuni momenti della giornata internazionale di studi su Paolo da San Leocadio, svoltasi presso la Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia il 10 marzo 2011.
Il programma prevedeva, dopo un saluto della direttrice dei Musei Civici di Reggio Emilia Elisabetta Farioli, e del presidente della Fondazione Manodori di Reggio Emilia dott. Gianni Borghi le seguenti relazioni:

MATTINO

Adele Condorelli, Paolo da San Leocadio: un grande pittore del Quattrocento italiano
Giovanni Pio Palazzi, Danilo Morini, Paolo da San Leocadio negli archivi di Reggio Emilia
Angelo Mazza, La pittura a Reggio Emilia tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo

POMERIGGIO

Ximo Company, Paolo da San Leocadio e gli angeli del duomo di Valenza
Isidro Puig, I disegni sottostanti di Paolo da San Leocadio
Alessandra Bigi Iotti, Presentazione del libro "Il Rinascimento di Paolo da San Leocadio" (Kalos gruppo editoriale, autore: Ximo Company, Palermo 2009



Il CAEM dell'Università di Lleida a Reggio Emilia: le analisi non invasive sui dipinti spagnoli della Galleria Parmeggiani


Il 9 marzo 2011 il prof. Ximo Company, il prof. Isidre Puig e il dott. Marc Ballestè del CAEM (Centre d'Arte d'Epoca Moderna) dell'Università di Lleida hanno eseguito rilevamenti non invasivi su alcune opere spagnole della Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia, ed in particolare sul dipinto attribuito a Jacomart.
Questa sessione di lavoro è avvenuta in stretta relazione alla giornata internazionale di studi sul pittore reggiano Paolo da San Leocadio.
Nella foto il prof. Ximo Company, direttore del CAEM, assieme alla dott. Alessandra Bigi Iotti dell'Associazione A Regola d'Arte.

Una giornata internazionale di studi su Paolo da San Leocadio


L'associazione "A Regola d'Arte" partecipa e contribuisce all'organizzazione di un importante evento internazionale a Reggio Emilia.
Riportiamo dal manifesto locandina: "La giornata di studi ha l'obiettivo di fare conoscere alla comunità scientifica internazionale e in particolare al pubblico della città di Reggio Emilia l'opera pittorica del reggiano Paolo da San Leocadio (1447-1520), considerato oggi come il primo e più importante tramite per l'avvio della pittura del Rinascimento in Spagna".
Questo importante appuntamento si tiene alla Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia
giovedì 10 marzo 2011
La conferenza stampa del 9 marzo presso la Galleria Parmeggiani
Da sinistra Danilo Morini, Elisabetta Farioli, Alessandra Bigi Iotti

Le nostre iniziative. RESPIRO LIEVE. Presentazione di Elisabeth Sciarretta

RESPIRO LIEVE


dipinti di andrea paganini

25 settembre -24 ottobre 2010

Il titolo della mostra esprime tutta la forza evocativa che emerge dalle opere di Andrea Paganini. Una forza che gli deriva da un uso originale della materia, del segno, del gesto. Se volessimo cercare dei maestri “virtuali” ai quali Andrea guarda, dovremmo citare grandi nomi della pittura informale: Mark Tobey, Mathieu, Twombly, Kline e arrivando in Italia dovremmo pensare ad Afro, Vedova, Santomaso, ma anche Burri; riscontriamo una matrice nell’arte concettuale e nell’arte povera, soprattutto quella di Kounellis e Penone, per arrivare a tempi più recenti con la Scuola Romana del maestro Pizzi Cannella. La nostra intenzione però non è quella di collocare l’arte entro una categoria astratta, seppure precisa, ma piuttosto di capire le opere che abbiamo di fronte, e per comprenderle bisogna sapere come procede e cosa lo spinge a dare inizio ad un’opera. In fondo Andrea creativo lo è di professione, ma la chiarezza e la “pulizia” formale del linguaggio pubblicitario non appartengono alla sfera artistica. Quello che si percepisce è invece un bisogno più intimo, personale, che ha a che fare con la parte più emozionale ma che non si lascia andare all’inconscio o all’irrazionalità, o meglio, il messaggio da comunicare è sempre qualcosa di intimo, ma viene espresso tramite l’uso sapiente degli strumenti tecnici scelti dall’artista. Ho affermato all’inizio di questa presentazione che R E S P I R O L I E V E è un titolo capace di restituire l’atmosfera evocativa di questi quadri perchè insieme alla materia (che può essere colore, colla, bitume, trucioli, copertoni di automobili) aggiunta, incollata o stratificata sul supporto — quasi sempre una tavola di compensato e raramente una tela, che non “sopravviverebbe” ad un approccio così deciso — si leggono o si intravedono segni, forme e talvolta lettere o numeri, che spesso hanno precisi riferimenti nella vita privata dell’autore. Infatti, ad un primo momento in cui alla superficie viene aggiunta la materia, segue una seconda fase in cui le azioni contrarie, quindi togliere, graffiare, bruciare o incidere, danno vita ad un’opera che racconta di un sogno, un ricordo, una sensazione o un’emozione. Perchè le opere di Andrea nascono così, da un segno sulla superficie o dal desiderio di un colore e poi pian piano, nel tempo, quel segno e quel colore acquistano la loro ragion d'essere all’interno di una composizione più complessa, il cui significato finale si forma in divenire, non esiste sempre a priori. Questi quadri hanno bisogno di tempo, di una lettura lenta e paziente che prima affondi negli strati per poi riportare in superficie la presenza di un paesaggio, un orizzonte lontano, oppure forme precise, spesso circolari. E ancora, laddove il segno si fa figura — soprattutto nel contrasto espressionista tra il bianco e il nero, oppure tra il bianco e il rosso — ecco affiorare un teschio o una forma antropomorfa o animale. Nel lavoro di Andrea non ritroviamo tematiche preferenziali, ma spesso il titolo ci parla di paesaggi in cui scorgiamo mondi lontani, lunari o desertici, comunque “estremi”, ma delineati in modo lieve nel contrasto di un taglio di luce in un contesto buio; oppure nell’incontro tra cielo e terra dove l’eterna lotta tra bianco e nero si libera in una cascata leggera di pulviscolo o di meteoriti che piovono sul suolo di un altro pianeta. Le tavole di Andrea non sono iconoclaste, non hanno bandito la figurazione, che anzi emerge prepotentemente nella serie di opere recentissime dedicate agli animali, ma la reinterpretano — o perlomeno cercano di farlo — percorrendo sentieri alternativi. Chissà, forse questo moderno “bestiario” aprirà una nuova strada verso un linguaggio popolato di quelle figure che nelle altre opere di Andrea possiamo solo scorgere, e intravedere L I E V I.

Elizabeth Sciarretta






lunedì 23 maggio 2011

Le nostre iniziative. RESPIRO LIEVE. Presentazione di Elisabeth Sciarretta

Presso la Galleria San Francesco in Via Bardi, 4/b
Elisabeth Sciarretta, presidente dell'Associazione A Regola d'Arte ha presentato la mostra "Respiro lieve", dell'artista Andrea Paganini, tenutasi dal 25 settembre al 24 ottobre 2010.






A Regola d'Arte: il nostro statuto

STATUTO DELL’ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE
“A REGOLA D’ARTE – Progetti culturali Restauro Ricerca ”


ART. 1: COSTITUZIONE, SEDE, DURATA – E’ costituita ai sensi dell'art. 36 e seguenti del Codice Civile e della legge 383/2000, l’Associazione di promozione sociale, culturale e di formazione extrascolastica: “A REGOLA D’ARTE – Progetti culturali Restauro Ricerca”.                                                          
L’Associazione ha sede legale in Reggio Emilia.
L’Associazione potrà comunque esplicare la propria attività sull’intero territorio nazionale ed anche all’estero. Con delibere del C.D. possono essere istituite diverse sedi operative e/o può essere modificata la sede legale senza necessità di integrare la presente scrittura.
La durata dell’Associazione è a tempo indeterminato.
ART. 2: NATURA E SCOPI – L’Associazione si organizza affiliandosi al Centro Sportivo Educativo Nazionale – Ente di Promozione Sociale iscritto al n. 77 del Registro Nazionale presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e le cui Finalità Assistenziali sono riconosciute dal Ministero degli Interni – riconoscendosi ed adeguandosi alle finalità generali dell'Ente. L’Associazione, escludendo esplicitamente ogni finalità di lucro, ha per scopi:
A) favorire lo sviluppo delle attività di promozione sociale e culturale e formazione extrascolastica in genere fornendo adeguata assistenza ai propri associati e\o tesserati della organizzazione nazionale di appartenenza. B) realizzare attività di promozione sociale nelle aree della cultura storico-artistica. C) promuovere la cultura e il recupero del patrimonio storico-artistico grazie ad un sistema complesso di competenze che, lavorando in sinergia, si pone come obiettivo la conoscenza del patrimonio culturale in tutti i suoi aspetti. D) valorizzare i beni culturali con particolare attenzione al contesto e al territorio di riferimento. E) ideare, promuovere e realizzare progetti con il fine di incentivare la partecipazione della comunità, che attraverso il concetto di relazione e rete rafforza il valore di identità collettiva. F) approfondire e divulgare la conoscenza del patrimonio storico-artistico Per la realizzazione dei propri scopi, l’associazione si propone in particolare di svolgere le seguenti attività:
- promozione culturale con particolare attenzione al patrimonio storico-artistico;
- promozione di iniziative, eventi e servizi per la valorizzazione e la  conservazione del patrimonio dei beni culturali attraverso la ricerca storico-artistica, il restauro e la didattica, ovvero attraverso attività di catalogazione e schedatura di beni culturali, pubblicazione di studi e di interventi di restauro; - consulenza a supporto della realizzazione di progetti, ricerche, studi per conto di terzi; - partecipazione ad iniziative promosse da terzi; - ricerca di partner e sponsor e stipula di eventuali convenzioni e contratti per il miglior svolgimento delle attività; - svolgimento in generale di tutte le attività utili al conseguimento degli scopi sociali.

L'associazione potrà organizzare corsi formativi extrascolastici, incontri, conferenze, seminari, convegni, mostre, manifestazioni, feste sociali e simili; l'Associazione potrà realizzare materiale editoriale, audiovisivo, artistico, grafico. L'attività potrà anche essere svolta in collaborazione o a favore di altre associazioni, enti, istituti o altri soggetti pubblici e privati. Nel conseguire le finalità assistenziali verso i propri associati e/o tesserati della organizzazione nazionale di appartenenza, l'Associazione potrà metter in atto, nei loro confronti, tutti quei servizi strettamente complementari che comportino la somministrazione di alimenti e bevande e l'organizzazione di viaggi e soggiorni turistici sociali; tutti i servizi sociali e/o complementari potranno essere forniti verso pagamento di corrispettivi specifici in relazione alla maggiore o diversa presentazione alla quale danno diritto. L'Associazione si propone di porre in atto una organizzazione continua che consenta agli associati di usufruire concretamente di tutti i vantaggi derivanti dalle attività associative. Per raggiungere gli scopi sociali l'Associazione potrà compiere tutte le necessarie operazioni mobiliari ed immobiliari e potrà, pur non avendo fini di lucro, realizzare delle attività economiche di carattere commerciale sia rivolete ai soci che a terzi, persone fisiche o giuridiche pubbliche e private; i proventi derivanti da tali attività andranno totalmente investiti nell'Associazione per il raggiungimento degli scopi statutariamente previsti.

ART. 3: PATRIMONIO ED ENTRATE – Il patrimonio e le entrate sono costituite:
a)      dalle quote di iscrizione e dai contributi degli associati;
b)      dai beni mobili che diverranno proprietà dell’Associazione;
c)      da eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di rendiconto;
d)      dai versamenti aggiuntivi effettuati dagli associati e/o tesserati della organizzazione nazionale di appartenenza in relazione alle varie attività sociali e/o complementari;
e)      contributi di soggetti pubblici e privati;
f)        da proventi diversi anche di attività economiche; durante la vita dell'Associazione non possono essere distribuiti, ancorché in modo indiretti, utili, avanzi di gestione, fondi, fondi, riserve o capitale. Eventuali avanzi di gestione vanno obbligatoriamente reinvestiti nell'associazione a favore delle attività istituzionali previste nel presente statuto. L'esercizio finanziario va dal primo Gennaio al 31 Dicembre di ogni anno.
Durante la vita dell’Associazione non possono essere distribuiti, ancorché in modo indiretto, utili, avanzi di gestione, fondi, riserve o capitale.
L’esercizio finanziario va dal primo di Gennaio al trentuno di Dicembre di ogni anno. Gli eventuali utili o avanzi di gestione debbono essere interamente reinvestiti nell’Associazione per il perseguimento esclusivo dell’attività sportiva.

ART. 4: SOCI, DIRITTI/DOVERI – Le categorie dei soci sono le seguenti:
a)      Soci Fondatori: sono coloro che hanno promosso la fondazione dell’Associazione e firmato l’Atto Costitutivo; i diritti/doveri dei soci fondatori sono uguali a quelli degli ordinari;
b)      Soci Ordinari: sono coloro che fanno domanda di ammissione al Presidente o al Vicepresidente i quali possono deliberare in merito e portare poi la decisione a ratifica del Consiglio Direttivo.
Possono essere ammessi a far parte dell’Associazione tutti  i cittadini italiani o stranieri, con nessun limite in merito a sesso, razza o religione da questi professata che ne facciano richiesta, dichiarando di condividerne gli scopi sociali; per i minori è necessario l’assenso di un genitore. La domanda di tesseramento va formulata sull’apposito modulo fornito dall’Associazione, ovvero inoltrata su supporto informatico tramite il sistema di gestione tesserati del C.S.E.N. L’ammissione può essere rifiutata solo per gravi motivi che comunque non devono essere verbalizzati né comunicati. I diritti doveri connessi alla qualifica di socio, compreso il diritto di usufruire dei vari servizi sociali, si acquisiscono con l'assenso del presidente o del vicepresidente e con la relativa iscrizione a libro e la materiale consegna della tessera. Qualora l'iscrizione non fosse ratificata dal Consiglio Direttivo sono fatti salvi, per il periodo intercorso tra l’ammissione da parte del Presidente o Vicepresidente e la mancata ratifica, i diritti connessi all’acquisizione della qualifica di socio ed in particolare il diritto di voto nelle assemblee. L’iscrizione ha validità dodici mesi dalla data di ammissione e si rinnova automaticamente col versamento della quota associativa. Non sono ammessi soci temporanei. La quota sociale è intrasmissibile e non è rivalutabile. L’adesione all’Associazione comporta:
a)      piena accettazione dello statuto sociale, delle sue finalità e degli eventuali regolamenti;
b)      la facoltà di utilizzare la sedi sociali e le rispettive  infrastrutture facendone un uso corretto;
c)      il pagamento della tessera, delle quote associative e per le varie attività e servizi nonché dei contributi;
d)      mantenere rapporti di rispetto con gli altri soci e gli organi dell’Associazione.
Il socio può recedere dall’Associazione senza diritto ad alcun compenso, rimborso o indennità, dandone comunicazione scritta al C.D.. La perdita della qualità di socio può avvenire per:
a)      morosità;
b)      non ottemperanza alle disposizioni statutarie e regolamentari;
c)      quando in qualunque modo si arrechino danni morali o materiali all’Associazione;
d)      per comportamento scorretto.
Le espulsioni saranno decise dal C.D. senza obbligo di preavviso ed a effetto immediato. E’ ammesso il ricorso alla Assemblea, in tal caso il provvedimento di espulsione resta sospeso sino alla delibera assembleare. Se non espressamente deliberato le attività di lavoro
Le attività svolte dai soci e soci amministratori in favore dell’Associazione sono, salvi i rimborsi spesa e le indennità di trasferta, effettuate a titolo assolutamente gratuito e di liberalità.

ART. 5: QUOTE SOCIALI – Gli importi delle quote di iscrizione, delle quote contributive dovute dagli associati e dell'ammontare dei versamenti aggiuntivi per le attività e servizi sociali e complementari, vengono stabiliti dal C.D. il quale ne prevede anche i termini e le modalità di pagamento.

ART. 6: ASSEMBLEA/BILANCIO – L’Assemblea è sovrana. Essa è formata da tutti i soci fondatori ed ordinari. Tutti i soci maggiorenni vi hanno diritto di voto in ragione di un voto ciascuno (art. 2532, II Comma, c.c.). L’Assemblea, previa convocazione del Presidente dell’Associazione (mediante avviso affisso all’albo almeno venti giorni prima dello svolgimento della stessa), si riunisce in via ordinaria una volta l’anno, entro il trenta Aprile, per approvare il rendiconto economico-finanziario dell’esercizio precedente e per fornire al C.D. le linee programmatiche per il successivo. L’Assemblea si riunisce in via straordinaria ogni qual volta lo richieda il C.D. o un terzo degli associati.
L’Assemblea delibera a maggioranza semplice ed è validamente costituita, in prima convocazione, con la presenza della metà più uno degli aventi diritto; in seconda convocazione l’Assemblea è valida qualunque sia il numero degli intervenuti; la seconda convocazione deve essere fissata ad almeno un’ora di distanza dalla prima. L’Assemblea è presieduta dal Presidente o, in caso di suo impedimento, da un socio designato dalla medesima. Le deliberazioni sono constatate con processi verbali firmati dal Presidente e dal Segretario che restano custoditi nella sede per poter essere liberamente consultati dagli associati.  Il rendiconto economico-finanziario resta, inoltre, affisso all’albo per i venti giorni successivi alla sua approvazione. Spetta tra l’altro all’Assemblea approvare i bilanci sociali, decidere sulle affiliazioni o adesioni, eleggere o revocare il C.D.. L’Assemblea dei soci, atleti, tesserati e tecnici nominerà i propri rappresentanti con diritto di voto in seno agli organismi ove previsto.

ART. 7: CONSIGLIO DIRETTIVO – L’Associazione è diretta ed amministrata da un Consiglio Direttivo che si compone di tre membri: Presidente, Vicepresidente, Segretario, eletti liberamente a maggioranza semplice dall’Assemblea tra gli associati. Il C.D. dura in carica un quadriennio è revocabile ed è rieleggibile. Il C.D. è investito, da parte dell’Assemblea, dei più ampi poteri per la gestione ordinaria dell’Associazione e, pertanto, potrà compiere, in persona del Presidente o del Vicepresidente tutti gli atti di ordinaria amministrazione ed in particolare, contrarre obbligazioni, assumere impegni, aprire c/c bancari o postali e compiere qualsiasi operazione volta al raggiungimento degli scopi dell’Associazione. Il C.D., procede inoltre, alla nomina di dipendenti, collaboratori, consulenti, direttori tecnici, determinandone gli emolumenti o compensi e/o rimborsi spesa. Gli incarichi di direzione e/o collaborazione possono essere attribuiti anche a componenti del Consiglio medesimo. Il Consiglio Direttivo, presieduto dal Presidente, delibera a maggioranza semplice con la presenza dei due terzi dei suoi componenti.

ART. 8: CARICHE SOCIALI – Il Presidente ha la rappresentanza legale ed i poteri di firma dell’Associazione, cura l'ordinaria amministrazione e l’esecuzione dei deliberati dell’Assemblea e del C.D.. Il Vicepresidente coadiuva il Presidente in tutti i suoi compiti e lo sostituisce, con eguali poteri quando necessario. Il Segretario collabora alla gestione dell’Associazione, cura la tenuta dei libri sociali e segue gli adempimenti contabili ed amministrativi.

ART. 9: SCIOGLIMENTO – Lo scioglimento dell’Associazione è deliberato dall’Assemblea. Riunita in sessione straordinaria con maggioranza qualificata dei  presenti aventi diritto di voto. Verificatosi lo scioglimento, o qualunque altra causa di estinzione, il patrimonio residuo verrà devoluto ad Enti o Associazioni che perseguono gli stessi scopi sportivi dell’Associazione o a fini di utilità pubblica sentendo l’organismo di controllo di cui all’art. 3, co. 190, L. 662/96.

ART. 10: STATUTO/REGOLAMENTI – Le modifiche dello statuto devono essere approvate dall’Assemblea. L’Associazione può anche dotarsi di Regolamenti interni che devono essere sempre approvati dall’Assemblea.
ART. 11: COLLEGIO ARBITRALE – I provvedimenti adottati dagli organi dell’Associazione  hanno piena e definitiva efficacia, nell’ambito d’efficacia dell’associazione e nei confronti di tutti i soggetti ad essa iscritti
I tesserati, per la risoluzione di controversie di qualsiasi natura  nei confronti di altri tesserati dell’associazione ovvero di altre associazioni tesserate al CSEN, rinunciano ad adire l’Autorità Giudiziaria ordinaria in loco di un arbitro unico che viene identificato sin d’ora con il presidente provinciale del CSEN cui l’associazione è affiliata, che si pronuncerà in maniera inappellabile intendendosi questo quale lodo irrituale. In caso di incompatibilità del soggetto rivestente la carica di presidente provinciale CSEN, si potrà adire un collegio arbitrale formato da tre membri, nominato uno per parte i quali si impegnano entro e non oltre venti giorni dall’atto di nomina a designare il presidente del collegio arbitrale. In caso di disaccordo circa la nomina ovvero in caso di inattività di una delle parti, si potrà adire il presidente del Tribunale nel quale ha sede il comitato periferico CSEN cui è affiliata l’associazione.

L’inosservanza della presente clausola compromissoria comporta l’adozione di provvedimenti disciplinari fino alla radiazione dai ruoli associativi.


ART. 12: RIMANDI – Per quanto non previsto dal presente statuto si fa riferimento alle disposizioni previste dagli artt. 36 e seguenti del Codice Civile, allo statuto ed ai regolamenti del CONI e del CSEN ed alle normative vigenti in materia di associazionismo in quanto applicabili.

domenica 22 maggio 2011

A Regola d'Arte: chi siamo

A Regola d'Arte è una associazione nata a Reggio Emilia nel 2010, che si pone l'obiettivo di:
- promuovere la cultura e il recupero del patrimonio storico artistico grazie ad un sistema complesso di competenze che, lavorando in sinergia, si pone come obiettivo la conoscenza del patrimonio culturale in tutti i suoi aspetti.