"La gente va incuriosita e i funghi funzioneranno" / VOTA
Giovanni Catellani, assessore alla Cultura: "Organizzerò un’assemblea aperta a tutti i cittadini alla presenza dell’architetto Italo Rota"
«Il loro valore estetico è indiscutibile, di grande peso e richiamo». A parlare è Giovanni Catellani, assessore comunale alla Cultura, e ad essere promossi a pieni voti sono i “funghi” di Italo Rota. “Funghi” che, secondo il progetto dei nuovi Musei commissionato a Rota, dovranno accogliere i visitatori all’ingresso di palazzo San Francesco.
Assessore, cosa risponde a chi oltre a non gradire esteticamente i funghi di Rota giudica eccessivo il loro costo, 660mila euro?
«Innanzitutto quando abbiamo contattato l’architetto Italo Rota, lo abbiamo informato che il budget a disposizione per disegnare i nuovi Musei era di 4 milioni, e Rota ha rispettato i vincoli di spesa. Per noi questo è quello che conta. Quanto al costo dei funghi, mi risulta che sia inferiore ai 660mila euro ipotizzati, anche se voglio sottolineare come si tratti di un intervento molto importante per la città».
Dove sta il valore di questi funghi piazzati all’ingresso dei Musei... considerando anche che non saremo i primi ad ospitarli.
«Partiamo da un dato di fatto condiviso da tutti. I Musei civici reggiani ospitano raccolte naturalistiche e archeologiche di assoluto valore. Noi diciamo: queste raccolte vanno valorizzate. Ma come? Attraverso un rinnovamento. La differenza rispetto ai 45 firmatari che si oppongono al progetto di Rota sta tutta qua: secondo loro, ed è una posizione assolutamente da tenere in considerazione, non ha senso contaminare il nostro patrimonio museale con la contemporaneità».
I funghi come segnale del rinnovamento?
«In un cero senso è così. L’intenzione nostra e di Rota è quella di valorizzare il Museo. Nella convinzione che i luoghi della cultura debbano essere sempre più aperti non solo agli addetti ai lavori ma a tutti quanti i cittadini. La parola chiave è “curiosità”: è giusto rispettare i crismi imposti dalle scienze museologiche ma, di fronte a questo patrimonio di indiscutibile importanza, abbiamo il dovere di incuriosire la gente, farla avvicinare a un luogo che magari si visita da bambini e di cui poi ci si dimentica. Un ingresso accattivante, moderno, e sottolineo esteticamente di richiamo, serve anche a questo».
Torniamo al confronto che i 45 firmatari continuano a chiedere all’Amministrazione comunale. Questo tavolo sarà aperto?
«Deve essere aperto. Ma a quanto pare il contatto non è così facile da stabilire... Ritenendo che incontrare 45 persone tutte insieme non sarebbe stato funzionale al dialogo, ho pensato di confrontarmi con dieci firmatari per volta e li ho contattati andando in ordine alfabetico. L’incontro doveva essere il 21 marzo. Ma non si sono presentati».
Cioè?
«Mi è stato risposto che vogliono incontrarmi o tutti insieme o a gruppi ma scelti da loro... l’incontro quindi si farà. Si tratta di fissare una data».
Ma se il progetto è già stato approvato, che valore avrà il confronto?
«Il progetto non è ancora definitivo. Quindi il confronto sarà importante e potrà anche determinare dei cambiamenti fondamentali. Ma, se ho aperto un confronto, non trovo opportuno imparare certe cose dai giornali, tra l’altro non sempre corrette. Quando si fece la Fondazione dello Sport, io incontrai ad una ad una le diverse società sportive. Così è accaduto per mettere a punto i programmi di Fotografia Europea. E così mi muovo per i Musei. Anche perché quando si apre un dibattito sulla cultura, non posso che considerarlo un fattore positivo. In questo caso non mi fermerò però al dialogo con i 45 interlocutori».
Sta pensando a un summit in grande stile?
«Penso ad un’assemblea pubblica, aperta a tutti i cittadini, alla presenza dell’architetto Italo Rota, con il quale discutere a 360 gradi del futuro dei nostri Musei».©RIPRODUZIONE RISERVATA
31 marzo 2012