martedì 26 giugno 2012

NON SOLO ROTA. NUOVA VITA AI DIPINTI DEL MUSEO CIVICO DI REGGIO EMILIA CON IL PROGETTO SAVE ART

NON SOLO ROTA. NUOVA VITA AI DIPINTI DEL MUSEO CIVICO DI REGGIO EMILIA CON IL PROGETTO SAVE ART



Mai la stampa locale aveva dedicato tanto spazio al nostro Museo Civico come in questi ultimi mesi. Questo è un fatto che fa riflettere. Forse l’acceso dibattito sul nuovo Museo ha già ottenuto un primo, per nulla insignificante, risultato: quello di riportare l’attenzione e la curiosità dei cittadini sul nostro patrimonio culturale. Non solo Rota, comunque. Ha preso ufficialmente avvio questa mattina con una conferenza stampa tenutasi presso la Biblioteca delle Arti del Museo, il secondo anno di SaveArt, progetto triennale di conservazione e manutenzione di venti opere pittoriche del Museo Civico di Reggio, ideato e realizzato dalla restauratrice reggiana Chiara Davoli in collaborazione con il Museo di Reggio, la Soprintendenza per i beni storico artistici di Modena e Reggio Emilia e il sostegno economico delle Assicurazioni Generali. Una operazione virtuosa e di ampio respiro fortemente voluta dalle Assicurazioni Generali che hanno coerentemente portato avanti il loro impegno anche nel 2012; un esempio virtuoso di rapporto tra pubblico e privato nella condivisione di obiettivi comuni legati ai tradizionali concetti si salvaguardia e tutela del patrimonio storico e artistico e alle moderne esigenze di innovazione e promozione. Non solo, come ha brillantemente sottolineato il Dott. Mazzoli questa mattina, il progetto intende anche valorizzare e promuovere le piccole realtà locali dell’artigianato e del restauro; “botteghe”che per specializzazione professionale ed esperienza sul campo nulla hanno ad invidiare ai più noti e riconosciuti istituti competenti.

Nel 2011 l’intervento di restauro è stato dedicato a sette dipinti del XVII; quest’anno il progetto è rivolto a quattro importanti opere della cultura artistica emiliana e segnatamente reggiana. La prima opera dell’inizio del XVII secolo riprende una “Festa religiosa in piazza del Duomo”. Si tratta di un documento di notevole rilevanza storica, più che artistica. L’autore, anonimo, benchè in passato si sia fatto anche il nome di Lionello Spada, ha raffigurato la piazza grande di Reggio gremita di folla durante una festa religiosa cittadina. Ritroviamo nell’immagine tardo cinquecentesca tutti monumenti più noti della vita civica  e religiosa conservati ancora oggi, ma soprattutto ciò che il tempo  e l’uomo ha inesorabilmente cancellato e mutato, come la parte medioevale della facciata del duomo sopra il moderno intervento in marmo di Prospero Clemente o il passaggio, un tempo chiuso, verso piazza del Monte. Sul lato sinistro, inoltre, spicca la Torre dell’orologio, che ad una analisi ravvicinata mostra chiaramente l’affresco con “Apollo che guida il carro del sole”, oggi perduto, del pittore novellarese  Lelio Orsi. Grazie a questa immagine si sono potuti rintracciare alcuni preziosi disegni preparatori, approntati da Orsi a ridosso della stipulazione del contratto il 13 novembre 1544.

Di grande bellezza e importanza è poi la grande “Madonna in trono con Bambino e San Giovannino” (firmata e datata 1603)del bolognese, naturalizzato reggiano, Lorenzo Franchi (1565-1632). Si tratta infatti della prova più brillante e riuscita di questo interessante artista  tardo cinquecentesco, certo non all’avanguardia, ma pratico e sapiente nella resa levigata e squillante dei colori, sugli esempi dei bolognesi Sabatini e Calvaert.

Appartengono già al XIX secolo il romantico’”Autoritratto” di Alfonso Chierici (Reggio Emilia 1816- Roma 1873) e il più noto “Beffe al gatto” di Gaetano Chierici. Nella prima opera, espressione tipica del gusto dell’epoca, il pittore si raffigura con gli strumenti  e l’abito del mestiere; lo sguardo interrogativo rivolto allo spettatore e l’aspetto emaciato del viso rimandano probabilmente alla lunga malattia che mise duramente alla prova la già cagionevole salute dell’artista.  Il dipinto, infatti, aveva una destinazione privata; nel 1837 venne inviato da Roma alla famiglia ed era indirizzato alla madre, Laura Gallinari.

Dipinti come “Beffe al gatto”, del 1878 circa, hanno dato a Gaetano Chierici (Reggio Emilia 1838-1920) quella fama che abbiamo visto consolidarsi sempre più fino ai nostri giorni. La sapienza del mestiere pittorico che raggiunge vertici di virtuosismo nella resa naturalistica dei dettagli dell’ambientazione e la facilità e piacevolezza dei temi scelti – soprattutto paffuti bimbi di campagna colti in momenti di quotidianità – motivano ampiamente il successo di pubblico raggiunto, a fronte invece di un sostanziale disinteresse, almeno fino alla grande mostra del 1986, degli studi.

Una parte dei dipinti restaurati grazie al progetto SaveArt saranno esposti con ogni probabilità in una delle ormai famose “Period rooms” dell’allestimento del futuro museo di Italo Rota, la cosiddetta “Sala rossa” ispirata alla grande esposizione d’arte reggiana del 1859. 

Il museo dunque guarda al futuro, ma speriamo senza mai tradire il proprio passato.

Venerdì 29 giugno alle ore 19,00 è previsto il primo incontro con la città e la visita al laboratorio di restauro Taddei Davoli di Chiara Davoli di Via Emilia S. Pietro 24. Nel corso della serata verranno presentati i quattro dipinti oggetto del restauro 2012.

[Alessandra Bigi Iotti]