Terremoto in Emilia, un mese dopo: 1.335 segnalazioni di danni a beni tutelati
Bilancio pesantissimo, ma ancora parziale. A luglio i tecnici dell'Iscr e dell'Opd cominceranno i restauri delle opere mobili recuperate
Bologna. A un mese dal sisma del 20 maggio la Direzione Regionale per i Beni culturali e
paesaggistici dell'Emilia-Romagna propone una prima disamina della situazione del patrimonio
culturale terribilmente danneggiato. Il terremoto che, con i successivi, ha causato la morte tra
Emilia e Lombardia di 27 persone, oltre a centinaia di feriti e 15mila sfollati, ha infatti fatto
crollare campanili, chiese, cascine storiche in campagna, oltre a causare lesioni spesso gravi ad
altri beni tutelati come i palazzi storici. «Il bilancio dei danni, ancora parziale dato che molti
comuni, diocesi e privati non sono stati ancora in grado di inviare il quadro completo delle
segnalazioni, spiega la direttrice regionale dell'Emilia-Romagna Carla di Francesco, è drammatico e
il punto di stabilizzazione lontano dall’essere raggiunto».
I numeri sono aggiornati al 17 giugno: alla Direzione regionale sono arrivate dalle quattro province Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia, 1.335 segnalazioni di danni a beni mobili e immobili tutelati. Le segnalazioni riguardano 239 immobili di proprietà pubblica, 382 di appartenenza diocesana, 90 di proprietà privata e 25 archivi comunali e statali. In tutto i funzionari del Mibac hanno effettuato in pochi giorni 332 sopralluoghi. Dei 25 interventi ritenuti prioritari dalla Direzione regionale, di cui 14 terminati, ben 20 riguardano chiese: dalla chiesa di Casumaro (Fe) e della Natività Beata Vergine di Vigarano Mainarda (Fe), alla chiesa della Madonnina a Mirandola (Mo) a molte altre ancora. Ma il pronto intervento del Mibac ha riguardato anche il contenuto degli edifici storici.
Sono 415, tra dipinti, sculture, arredi liturgici, paramenti e crocifissi, i beni recuperati dalle macerie e tra questi spiccano il Trittico di Bernardino Loschi «Madonna col Bambino e i santi Felice e Geminiano» della chiesa parrocchiale di San Felice sul Panaro (Mo), la «Assunta» del Guercino recuperata dalla chiesa del Rosario di Cento (Fe), i quattro grandi lampadari di Murano salvati dal Municipio di Sant’Agostino (Fe), tutti i dipinti del Museo Civico di Mirandola (Mo) e le tre statue in terracotta della Crocifissione con santi di Antonio Begarelli dalla chiesa parrocchiale di Bomporto (Mo).
Il Mibac ha deciso, in collaborazione con il Nucleo Carabinieri di Tutela del Patrimonio Culturale dell’Emilia-Romagna, di collocare temporaneamente al Palazzo Ducale di Sassuolo (Mo) il centro di raccolta dei beni da restaurare: a luglio i tecnici dell’Istituto Superiore per la Conservazione e per il Restauro del Ministero e i restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze inizieranno i lavori sulle opere recuperate e danneggiate dai crolli. La Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna ha deciso di affiancare anche un’ulteriore squadra di competenti professionisti composta da Carlo Blasi (Università di Parma), Angelo Di Tommaso, Claudio Modena (Università di Padova).
di Stefano Luppi, edizione online, 22 giugno 2012