sabato 30 giugno 2012
venerdì 29 giugno 2012
mercoledì 27 giugno 2012
martedì 26 giugno 2012
NON SOLO ROTA. NUOVA VITA AI DIPINTI DEL MUSEO CIVICO DI REGGIO EMILIA CON IL PROGETTO SAVE ART
NON SOLO ROTA. NUOVA VITA
AI DIPINTI DEL MUSEO
CIVICO DI REGGIO EMILIA CON
IL PROGETTO SAVE
ART
Mai la stampa locale aveva dedicato tanto
spazio al nostro Museo Civico come in questi ultimi mesi. Questo è un fatto che
fa riflettere. Forse l’acceso dibattito sul nuovo Museo ha già ottenuto un
primo, per nulla insignificante, risultato: quello di riportare l’attenzione e
la curiosità dei cittadini sul nostro patrimonio culturale. Non solo Rota,
comunque. Ha preso ufficialmente avvio questa mattina con una conferenza stampa
tenutasi presso la Biblioteca delle Arti del Museo, il secondo anno di SaveArt, progetto triennale di
conservazione e manutenzione di venti opere pittoriche del Museo Civico di
Reggio, ideato e realizzato dalla restauratrice reggiana Chiara Davoli in
collaborazione con il Museo di Reggio, la Soprintendenza per i beni storico
artistici di Modena e Reggio Emilia e il sostegno economico delle Assicurazioni
Generali. Una operazione virtuosa e di ampio respiro fortemente voluta dalle Assicurazioni
Generali che hanno coerentemente portato avanti il loro impegno anche nel 2012;
un esempio virtuoso di rapporto tra pubblico e privato nella condivisione di
obiettivi comuni legati ai tradizionali concetti si salvaguardia e tutela del
patrimonio storico e artistico e alle moderne esigenze di innovazione e
promozione. Non solo, come ha brillantemente sottolineato il Dott. Mazzoli
questa mattina, il progetto intende anche valorizzare e promuovere le piccole
realtà locali dell’artigianato e del restauro; “botteghe”che per specializzazione
professionale ed esperienza sul campo nulla hanno ad invidiare ai più noti e
riconosciuti istituti competenti.
Nel 2011 l’intervento di restauro è stato
dedicato a sette dipinti del XVII; quest’anno il progetto è rivolto a quattro
importanti opere della cultura artistica emiliana e segnatamente reggiana. La
prima opera dell’inizio del XVII secolo riprende una “Festa religiosa in piazza del Duomo”. Si tratta di un documento di
notevole rilevanza storica, più che artistica. L’autore, anonimo, benchè in
passato si sia fatto anche il nome di Lionello Spada, ha raffigurato la piazza
grande di Reggio gremita di folla durante una festa religiosa cittadina.
Ritroviamo nell’immagine tardo cinquecentesca tutti monumenti più noti della
vita civica e religiosa conservati
ancora oggi, ma soprattutto ciò che il tempo
e l’uomo ha inesorabilmente cancellato e mutato, come la parte
medioevale della facciata del duomo sopra il moderno intervento in marmo di
Prospero Clemente o il passaggio, un tempo chiuso, verso piazza del Monte. Sul
lato sinistro, inoltre, spicca la Torre dell’orologio, che ad una analisi
ravvicinata mostra chiaramente l’affresco con “Apollo che guida il carro del
sole”, oggi perduto, del pittore novellarese
Lelio Orsi. Grazie a questa immagine si sono potuti rintracciare alcuni
preziosi disegni preparatori, approntati da Orsi a ridosso della stipulazione
del contratto il 13 novembre 1544.
Di grande bellezza e importanza è poi la grande
“Madonna in trono con Bambino e San
Giovannino” (firmata e datata 1603)del bolognese, naturalizzato reggiano,
Lorenzo Franchi (1565-1632). Si tratta infatti della prova più brillante e
riuscita di questo interessante artista
tardo cinquecentesco, certo non all’avanguardia, ma pratico e sapiente
nella resa levigata e squillante dei colori, sugli esempi dei bolognesi
Sabatini e Calvaert.
Appartengono già al XIX secolo il romantico’”Autoritratto” di Alfonso Chierici (Reggio Emilia 1816- Roma 1873) e il più noto
“Beffe al gatto” di Gaetano Chierici. Nella prima opera, espressione tipica del
gusto dell’epoca, il pittore si raffigura con gli strumenti e l’abito del mestiere; lo sguardo
interrogativo rivolto allo spettatore e l’aspetto emaciato del viso rimandano
probabilmente alla lunga malattia che mise duramente alla prova la già
cagionevole salute dell’artista. Il
dipinto, infatti, aveva una destinazione privata; nel 1837 venne inviato da
Roma alla famiglia ed era indirizzato alla madre, Laura Gallinari.
Dipinti come “Beffe al gatto”, del 1878 circa, hanno dato a Gaetano Chierici (Reggio Emilia 1838-1920) quella fama che abbiamo
visto consolidarsi sempre più fino ai nostri giorni. La sapienza del mestiere
pittorico che raggiunge vertici di virtuosismo nella resa naturalistica dei
dettagli dell’ambientazione e la facilità e piacevolezza dei temi scelti –
soprattutto paffuti bimbi di campagna colti in momenti di quotidianità –
motivano ampiamente il successo di pubblico raggiunto, a fronte invece di un
sostanziale disinteresse, almeno fino alla grande mostra del 1986, degli studi.
Una parte dei dipinti restaurati grazie al
progetto SaveArt saranno esposti con ogni probabilità in una delle ormai famose
“Period rooms” dell’allestimento del futuro museo di Italo Rota, la cosiddetta
“Sala rossa” ispirata alla grande esposizione d’arte reggiana del 1859.
Il museo dunque guarda al futuro, ma speriamo
senza mai tradire il proprio passato.
Venerdì 29
giugno alle ore 19,00 è previsto il primo
incontro con la città e la visita al
laboratorio di restauro Taddei Davoli di Chiara Davoli di Via Emilia S. Pietro
24. Nel corso della serata verranno presentati i quattro dipinti oggetto
del restauro 2012.
[Alessandra Bigi Iotti]
domenica 24 giugno 2012
sabato 23 giugno 2012
Dal Giornale dell'Arte online: i danni del terremoto al patrimonio storico artistico
Terremoto in Emilia, un mese dopo: 1.335 segnalazioni di danni a beni tutelati
Bilancio pesantissimo, ma ancora parziale. A luglio i tecnici dell'Iscr e dell'Opd cominceranno i restauri delle opere mobili recuperate
Bologna. A un mese dal sisma del 20 maggio la Direzione Regionale per i Beni culturali e
paesaggistici dell'Emilia-Romagna propone una prima disamina della situazione del patrimonio
culturale terribilmente danneggiato. Il terremoto che, con i successivi, ha causato la morte tra
Emilia e Lombardia di 27 persone, oltre a centinaia di feriti e 15mila sfollati, ha infatti fatto
crollare campanili, chiese, cascine storiche in campagna, oltre a causare lesioni spesso gravi ad
altri beni tutelati come i palazzi storici. «Il bilancio dei danni, ancora parziale dato che molti
comuni, diocesi e privati non sono stati ancora in grado di inviare il quadro completo delle
segnalazioni, spiega la direttrice regionale dell'Emilia-Romagna Carla di Francesco, è drammatico e
il punto di stabilizzazione lontano dall’essere raggiunto».
I numeri sono aggiornati al 17 giugno: alla Direzione regionale sono arrivate dalle quattro province Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia, 1.335 segnalazioni di danni a beni mobili e immobili tutelati. Le segnalazioni riguardano 239 immobili di proprietà pubblica, 382 di appartenenza diocesana, 90 di proprietà privata e 25 archivi comunali e statali. In tutto i funzionari del Mibac hanno effettuato in pochi giorni 332 sopralluoghi. Dei 25 interventi ritenuti prioritari dalla Direzione regionale, di cui 14 terminati, ben 20 riguardano chiese: dalla chiesa di Casumaro (Fe) e della Natività Beata Vergine di Vigarano Mainarda (Fe), alla chiesa della Madonnina a Mirandola (Mo) a molte altre ancora. Ma il pronto intervento del Mibac ha riguardato anche il contenuto degli edifici storici.
Sono 415, tra dipinti, sculture, arredi liturgici, paramenti e crocifissi, i beni recuperati dalle macerie e tra questi spiccano il Trittico di Bernardino Loschi «Madonna col Bambino e i santi Felice e Geminiano» della chiesa parrocchiale di San Felice sul Panaro (Mo), la «Assunta» del Guercino recuperata dalla chiesa del Rosario di Cento (Fe), i quattro grandi lampadari di Murano salvati dal Municipio di Sant’Agostino (Fe), tutti i dipinti del Museo Civico di Mirandola (Mo) e le tre statue in terracotta della Crocifissione con santi di Antonio Begarelli dalla chiesa parrocchiale di Bomporto (Mo).
Il Mibac ha deciso, in collaborazione con il Nucleo Carabinieri di Tutela del Patrimonio Culturale dell’Emilia-Romagna, di collocare temporaneamente al Palazzo Ducale di Sassuolo (Mo) il centro di raccolta dei beni da restaurare: a luglio i tecnici dell’Istituto Superiore per la Conservazione e per il Restauro del Ministero e i restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze inizieranno i lavori sulle opere recuperate e danneggiate dai crolli. La Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna ha deciso di affiancare anche un’ulteriore squadra di competenti professionisti composta da Carlo Blasi (Università di Parma), Angelo Di Tommaso, Claudio Modena (Università di Padova).
di Stefano Luppi, edizione online, 22 giugno 2012
Nuovo Museo di Reggio Emilia. Le obiezioni a Italo Rota: conferenza stampa.
Dal giornale "Prima Pagina" di Reggio Emilia (cliccare sul link)
https://docs.google.com/document/d/1W0TFaWyubb0VvhsiWRkVXqSTaBkvEk-pzw-eEHZYSnQ/edit
https://docs.google.com/document/d/1W0TFaWyubb0VvhsiWRkVXqSTaBkvEk-pzw-eEHZYSnQ/edit
giovedì 21 giugno 2012
Notte dei musei a Reggio Emilia, 23 giugno 2012. Italo Rota presenta il progetto del nuovo museo.
Italo Rota presenterà il progetto di ristrutturazione dei Musei Civici in occasione dell'iniziativa europea "La notte dei Musei", sabato 23 giugno. Sulla "Gazzetta di Reggio" del 18 giugno 2012
(Dal blog "Amici dei Musei di Reggio")
(Dal blog "Amici dei Musei di Reggio")
sabato 16 giugno 2012
AEMILIA ARTQUAKE - Come aderire
Iscriversi alla email lartedellasolidarieta@gmail.com con nome e cognome ed indirizzo email
Inviare l’opera che si vuole donare, munita di attaccaglie e pronta per l'esposizione, entro e non oltre il 30 giugno 2012 all’indirizzo:
Civici Musei di Reggio Emilia/ARTquake
via L. Spallanzani 1
42121 Reggio Emilia
Tel. 0522 456816
Dalle ore 9 alle ore 12
L’opera può essere consegnata personalmente o con corriere.
Allegare all’opera didascalia completa:
AUTORE
TITOLO, ANNO, TECNICA
MISURE in cm (altezza x base)
QUOTAZIONE MINIMA DI MERCATO
INVIARE FOTO DIGITALE dell’opera in formato JPG con risoluzione 300dpi utile per il catalogo online all’email: lartedellasolidarieta@gmail.com
MODULO DI DONAZIONE OPPORTUNAMENTE COMPILATO (direttamente scaricabile a fondo pagina)
Le opere eventualmente invendute verranno donate ai comuni di Rolo, Cavezzo e Quistello ed entreranno a far parte delle rispettive collezioni Comunali.
PDF DELL'ATTO DI DONAZIONE:
http://www.equilibriarte.net/newsletter/files/1339597767--ATTO-DI-DONAZIONE-ARTQUAKE.pdf
Altre informazioni sul sito www.equilibrarte.net
venerdì 15 giugno 2012
Aemilia Artquake - COMUNICATO STAMPA - Solidarietà arte terremoto
COMUNICATO STAMPA(Con cortese preghiera di pubblicazione e diffusione)
Il terremoto è un evento che, prima ancora che la terra, fa tremare l'anima, il cuore. Non occorre esserne vittime dirette, che ti crolli il mondo attorno e che ti ritrovi, in pochi secondi, a ricominciare da zero. E' un evento che genera panico, quello silenzioso e profondo che ti si radica dentro, minando alla base il castello di sabbia di certezze acquisite e fino ad allora indiscusse. E poi l'impotenza, l'impossibilità di fare qualcosa contro l'ineluttabile. Terrore panico che non ti lascia tregua. E pena, quella nobile, verso tante persone che in una frazione di vita, dopo tanto lavoro e tante speranze, si trovano senza più nulla. E' un dovere etico, prima ancora che un obbligo frutto della necessità, operarsi per aiutare chi in questo momento vive la drammaticità degli eventi e l'angoscia per un futuro incerto. In questa ottica credo sia doveroso anche da parte di chi vive "la parte più bella del mondo", l'arte, adoperarsi per aiutare chi ha bisogno ora più che mai.
L'idea è quella, supportata primariamente dallo Zonta Club International di Reggio Emilia, dall'Accademia di Belle Arti di Bologna e dal Comune di Reggio Emilia (e di tutti quegli enti che vorranno aiutarci, ANCI, Regione e Provincia in testa) di organizzare una raccolta di opere d'arte donate da artisti di tutta Italia (sono già più di 600 le adesioni, anche da parte di importanti protagonisti della scena artistica nazionale, raccolte in una sola settimana d'appello via Facebook) la cui vendita sia finalizzata alla ricostruzione dei comuni di Rolo (RE), Cavezzo (MO) e Quistello (MN), fortemente colpiti dal sisma.
A questo progetto, significativamente intitolato "ARTquake", "il sussulto dell'arte", che non ha altro protagonista se non l'aiuto alle popolazioni colpite, sono chiamati a partecipare artisti d'ogni parte d'Italia, curatori, critici e galleristi dalle formazioni più disparate, semplici cittadini.
Ad ognuno di loro verrà semplicemente chiesto di donare un'opera che successivamente, sotto l'egida ed il severo controllo dello Zonta Club International di Reggio Emilia, entrerà a far parte di una mostra pubblica a Reggio Emilia prima di essere posta all'asta per devolverne il ricavato a favore delle popolazioni colpite.
Abbiamo già raccolto l'adesione del Comune di Reggio Emilia e dei suoi Civici Musei, dei principali operatori culturali del Comune di Reggio Emilia coordinati da Alberto Agazzani, ideatore dell'iniziativa, con la segreteria organizzativa di Lia Bedogni ed il supporto comunicativo di Lorenzo Paci (equilibriarte.net) e Amedeo Bartolini (NFC edizioni di Rimini).
Ci attendiamo l'adesione dei vari Club Service operanti sul territorio: Rotary, Lions, Soroptimist.
La mostra si svolgerà presso il prestigioso spazio dei Chiostri di San Domenico, a Reggio Emilia, dall'11 luglio al 5 settembre, perciò le opere dovranno pervenire all'organizzazione entro e non oltre il 30 giugno.
Le opere saranno esposte con l'indicazione di un'offerta minima d'acquisto diretto (on-line presso il sito www.artquake.it o tramite un apposito modulo con bonifico bancario) per l'acquisto diretto: le opere rimaste invendute "direttamente" saranno oggetto di una lotteria, i cui biglietti saranno venduti al prezzo di 50€ cadauno, nel corso del finissage del 5 settembre.
Il ricavato sarà interamente e direttamente messo nelle mani dei sindaci di Rolo, Cavezzo e Quistello.
Per realizzare tutto questo stiamo lavorando alacremente e ci appelliamo a tutte quelle realtà, anche economiche, desiderose di dare il loro contributo a favore di questa iniziativa.
Chi intende partecipare può inviare la propria adesione a: lartedellasolidarieta@gmail.com.
COME PROCEDERE PER L’ADESIONE
Iscriversi alla email lartedellasolidarieta@gmail.com con nome e cognome ed indirizzo email
Inviare l’opera che si vuole donare, munita di attaccaglie e pronta per l'esposizione, entro e non oltre il 30 giugno 2012 all’indirizzo:
Civici Musei di Reggio Emilia/ARTquake
via L. Spallanzani 1
42121 Reggio Emilia
Tel. 0522 456816
Dalle ore 9 alle ore 12.
L’opera può essere consegnata personalmente o con corriere.
Allegare all’opera didascalia completa:
AUTORE
TITOLO, ANNO, TECNICA
MISURE in cm (altezza x base)
QUOTAZIONE MINIMA DI MERCATO
INVIARE FOTO DIGITALE dell’opera in formato JPG con risoluzione 300dpi utile per il catalogo online all’email: lartedellasolidarieta@gmail.com
MODULO DI DONAZIONE OPPORTUNAMENTE COMPILATO (allegato)
Le opere eventualmente invendute verranno donate ai comuni di Rolo, Cavezzo e Quistello ed entreranno a far parte delle rispettive collezioni Comunali.
Ulteriori informazioni saranno presto disponibili alla pagina www.artquake.it
COMUNICATO STAMPA UFFICIALE (con preghiera di diffusione):
http://www.equilibriarte.net/newsletter/files/1339751728-FINALE-COMUNICATO-STAMPA-ARTQUAKE-(3).pdf
ATTO DI DONAZIONE:
http://www.equilibriarte.net/newsletter/files/1339751744-FINALE-ATTO-DI-DONAZIONE-ARTQUAKE.pdf
Lorenzo Paci - 13 giugno 2012
Il terremoto è un evento che, prima ancora che la terra, fa tremare l'anima, il cuore. Non occorre esserne vittime dirette, che ti crolli il mondo attorno e che ti ritrovi, in pochi secondi, a ricominciare da zero. E' un evento che genera panico, quello silenzioso e profondo che ti si radica dentro, minando alla base il castello di sabbia di certezze acquisite e fino ad allora indiscusse. E poi l'impotenza, l'impossibilità di fare qualcosa contro l'ineluttabile. Terrore panico che non ti lascia tregua. E pena, quella nobile, verso tante persone che in una frazione di vita, dopo tanto lavoro e tante speranze, si trovano senza più nulla. E' un dovere etico, prima ancora che un obbligo frutto della necessità, operarsi per aiutare chi in questo momento vive la drammaticità degli eventi e l'angoscia per un futuro incerto. In questa ottica credo sia doveroso anche da parte di chi vive "la parte più bella del mondo", l'arte, adoperarsi per aiutare chi ha bisogno ora più che mai.
L'idea è quella, supportata primariamente dallo Zonta Club International di Reggio Emilia, dall'Accademia di Belle Arti di Bologna e dal Comune di Reggio Emilia (e di tutti quegli enti che vorranno aiutarci, ANCI, Regione e Provincia in testa) di organizzare una raccolta di opere d'arte donate da artisti di tutta Italia (sono già più di 600 le adesioni, anche da parte di importanti protagonisti della scena artistica nazionale, raccolte in una sola settimana d'appello via Facebook) la cui vendita sia finalizzata alla ricostruzione dei comuni di Rolo (RE), Cavezzo (MO) e Quistello (MN), fortemente colpiti dal sisma.
A questo progetto, significativamente intitolato "ARTquake", "il sussulto dell'arte", che non ha altro protagonista se non l'aiuto alle popolazioni colpite, sono chiamati a partecipare artisti d'ogni parte d'Italia, curatori, critici e galleristi dalle formazioni più disparate, semplici cittadini.
Ad ognuno di loro verrà semplicemente chiesto di donare un'opera che successivamente, sotto l'egida ed il severo controllo dello Zonta Club International di Reggio Emilia, entrerà a far parte di una mostra pubblica a Reggio Emilia prima di essere posta all'asta per devolverne il ricavato a favore delle popolazioni colpite.
Abbiamo già raccolto l'adesione del Comune di Reggio Emilia e dei suoi Civici Musei, dei principali operatori culturali del Comune di Reggio Emilia coordinati da Alberto Agazzani, ideatore dell'iniziativa, con la segreteria organizzativa di Lia Bedogni ed il supporto comunicativo di Lorenzo Paci (equilibriarte.net) e Amedeo Bartolini (NFC edizioni di Rimini).
Ci attendiamo l'adesione dei vari Club Service operanti sul territorio: Rotary, Lions, Soroptimist.
La mostra si svolgerà presso il prestigioso spazio dei Chiostri di San Domenico, a Reggio Emilia, dall'11 luglio al 5 settembre, perciò le opere dovranno pervenire all'organizzazione entro e non oltre il 30 giugno.
Le opere saranno esposte con l'indicazione di un'offerta minima d'acquisto diretto (on-line presso il sito www.artquake.it o tramite un apposito modulo con bonifico bancario) per l'acquisto diretto: le opere rimaste invendute "direttamente" saranno oggetto di una lotteria, i cui biglietti saranno venduti al prezzo di 50€ cadauno, nel corso del finissage del 5 settembre.
Il ricavato sarà interamente e direttamente messo nelle mani dei sindaci di Rolo, Cavezzo e Quistello.
Per realizzare tutto questo stiamo lavorando alacremente e ci appelliamo a tutte quelle realtà, anche economiche, desiderose di dare il loro contributo a favore di questa iniziativa.
Chi intende partecipare può inviare la propria adesione a: lartedellasolidarieta@gmail.com.
COME PROCEDERE PER L’ADESIONE
Iscriversi alla email lartedellasolidarieta@gmail.com con nome e cognome ed indirizzo email
Inviare l’opera che si vuole donare, munita di attaccaglie e pronta per l'esposizione, entro e non oltre il 30 giugno 2012 all’indirizzo:
Civici Musei di Reggio Emilia/ARTquake
via L. Spallanzani 1
42121 Reggio Emilia
Tel. 0522 456816
Dalle ore 9 alle ore 12.
L’opera può essere consegnata personalmente o con corriere.
Allegare all’opera didascalia completa:
AUTORE
TITOLO, ANNO, TECNICA
MISURE in cm (altezza x base)
QUOTAZIONE MINIMA DI MERCATO
INVIARE FOTO DIGITALE dell’opera in formato JPG con risoluzione 300dpi utile per il catalogo online all’email: lartedellasolidarieta@gmail.com
MODULO DI DONAZIONE OPPORTUNAMENTE COMPILATO (allegato)
Le opere eventualmente invendute verranno donate ai comuni di Rolo, Cavezzo e Quistello ed entreranno a far parte delle rispettive collezioni Comunali.
Ulteriori informazioni saranno presto disponibili alla pagina www.artquake.it
COMUNICATO STAMPA UFFICIALE (con preghiera di diffusione):
http://www.equilibriarte.net/newsletter/files/1339751728-FINALE-COMUNICATO-STAMPA-ARTQUAKE-(3).pdf
ATTO DI DONAZIONE:
http://www.equilibriarte.net/newsletter/files/1339751744-FINALE-ATTO-DI-DONAZIONE-ARTQUAKE.pdf
Lorenzo Paci - 13 giugno 2012
sabato 9 giugno 2012
AEmilia ARTquake - aggiornamenti
8 giugno 2012
Oggi si è svolto presso la direzione dei Civici Musei di Reggio Emilia una fondamentale riunione che ha visto protagonisti i più importanti operatori artistici della provincia di Reggio Emilia: Lia Bedogni (segreteria organizzativa), Francesca Baboni, Giuseppe Berti, Alessandra Bigi Jotti, Emanuele Filini, Massimo Mussini, Umberto Nobili, Ateliers Viaduegobbitre. Abbiamo insieme concordato: 1) Il diretto coinvolgimento dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per l'erogazione diretta dei proventi ai Comuni di Rolo (RE) e Cavezzo (MO), tra i più colpiti dal sisma; 2) Il coinvolgimento/sovrintendenza dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, della Regione Emilia Romagna, della Provincia e del Comune di Reggio Emilia; 3) Il coinvolgimento di Club-Service (Rotary International, Lions Club, Zonta Club, Soroptimist); 4) La mostra si svolgerà dall'11 luglio (inaugurazione) al 5 settembre (asta) presso i chiostri di san Domenico a Reggio Emilia (perciò le opere dovranno pervenire tassativamente entro il 30 giugno, incorniciate o comunque pronte ad essere esposte: i dettagli verranno comunicati a breve via email a chi ha dato la propria adesione); 5) La vendita si svolgerà in via diretta on-line e attraverso un'asta, il 5 settembre, per quelle eventualmente rimaste invendute precedentemente; 6) eventi collaterali (concerti, performance, ecc) si svolgeranno nelle serate dell'1 e 2 settembre.
Oggi si è svolto presso la direzione dei Civici Musei di Reggio Emilia una fondamentale riunione che ha visto protagonisti i più importanti operatori artistici della provincia di Reggio Emilia: Lia Bedogni (segreteria organizzativa), Francesca Baboni, Giuseppe Berti, Alessandra Bigi Jotti, Emanuele Filini, Massimo Mussini, Umberto Nobili, Ateliers Viaduegobbitre. Abbiamo insieme concordato: 1) Il diretto coinvolgimento dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per l'erogazione diretta dei proventi ai Comuni di Rolo (RE) e Cavezzo (MO), tra i più colpiti dal sisma; 2) Il coinvolgimento/sovrintendenza dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, della Regione Emilia Romagna, della Provincia e del Comune di Reggio Emilia; 3) Il coinvolgimento di Club-Service (Rotary International, Lions Club, Zonta Club, Soroptimist); 4) La mostra si svolgerà dall'11 luglio (inaugurazione) al 5 settembre (asta) presso i chiostri di san Domenico a Reggio Emilia (perciò le opere dovranno pervenire tassativamente entro il 30 giugno, incorniciate o comunque pronte ad essere esposte: i dettagli verranno comunicati a breve via email a chi ha dato la propria adesione); 5) La vendita si svolgerà in via diretta on-line e attraverso un'asta, il 5 settembre, per quelle eventualmente rimaste invendute precedentemente; 6) eventi collaterali (concerti, performance, ecc) si svolgeranno nelle serate dell'1 e 2 settembre.
AEmilia ARTquake - l'iniziativa
Il terremoto è un evento che, prima ancora che la terra, fa tremare l'anima. Non occorre esserne vittime dirette, che ti... crolli il mondo attorno e che ti ritrovi, in pochi secondi, a ricominciare da zero. E' un evento che genera panico, quello silenzioso e profondo che ti si radica dentro, minando alla base il castello di sabbia di certezze acquisite e fino ad allora indiscusse. E poi l'impotenza, l'impossibilità di fare qualcosa contro l'ineluttabile. Terrore panico che non ti lascia tregua. E pena, quella nobile, verso tante persone che in una frazione di vita, dopo tanto lavoro e tante speranze, si trovano senza più nulla. E' un dovere etico, prima ancora che un obbligo frutto della necessità, operarsi per aiutare chi in questo momento vive la drammaticità degli eventi e l'angoscia per un futuro incerto. In questa ottica credo sia doveroso anche da parte di chi vive "la parte più bella del mondo", l'arte, adoperarsi per aiutare chi ha bisogno ora più che mai. L'idea è quella, supportata primariamente dall'Accademia di Belle Arti di Bologna e dal Comune di Reggio Emilia (e di tutti quelli che vorranno aiuarci in futuro) di organizzare una raccolta di opere d'arte la cui vendita sia finalizzata alla precisa ricostruzione di un'edificio di pubblico utilizzo nelle zone terremotate. Nei prossimi giorni cercheremo di individuare un obiettivo preciso, senza percorrere le insidiose e generiche vie di una solidarietà qualunque. A questo progetto, che non ha altro protagonista se non l'aiuto alle popolazioni colpite, sono chiamati a partecipare artisti d'ogni parte d'Italia, curatori, critici e galleristi dalle formazioni più disparate, semplici cittadini. Ad ognuno di loro verrà semplicemente chiesto di donare un'opera che successivamente, sotto l'egida ed il severo controllo di un ente onlus (che stiamo cercando di individuare), entrerà a far parte di una mostra pubblica a Reggio Emilia prima di essere posta all'asta per devolverne il ricavato a favore delle popolazioni colpite. L'idea, maturata nelle ultime ore, è, come vedete, ancora in fase di definizione, ma pare urgente iniziare sin da subito nel diffondere l'iniziativa e raccogliere ideali adesioni. Maggiori ragguagli saranno forniti nei prossimi giorni mano a mano che il progetto prenderà forma e contenuti. Abbiamo già raccolto l'adesione del Comune di Reggio Emilia e dei suoi Civici Musei e nelle prossime ore si avvieranno i primi incontri per iniziare a concretizzare quella che ora è solo una semplice idea.
Chi intende partecipare può inviare la propria adesione a: lartedellasolidarieta@gmail.com
Chi intende partecipare può inviare la propria adesione a: lartedellasolidarieta@gmail.com
Terremoto in Emilia. "Ricostruire" di Claudio Franzoni, dal sito doppiozero.com
Ricostruire
Appena dopo la violenta scossa di terremoto del 29 maggio in Emilia, sui quotidiani online compariva la foto di una singolare preghiera all’aperto: una cinquantina di uomini di religione musulmana piegati a terra su un prato, vicino alla fabbrica di San Felice sul Panaro dove erano morti due operai di origine pakistana e un ingegnere italiano. In realtà nella zona del terremoto, tra le province di Ferrara e Modena, Reggio Emilia e Mantova, è da giorni che si prega all’aperto e di sicuro si continuerà a farlo per mesi: infatti sono decine e decine le chiese distrutte o gravemente lesionate; sono chiuse anche quelle in cui devono ancora essere fatte le verifiche statiche.
A così breve distanza dagli eventi sismici un inventario dei danni al patrimonio storico e artistico è impossibile, ma è chiara la vastità dei danni. Il duomo di Mirandola, costruito nel XV secolo, è in gran parte crollato; dall’esterno si intravvedono i pilastri e quanto rimane delle volte gotiche. Un crollo anche nel duomo di Carpi, un edificio eretto agli inizi del Cinquecento su progetto di Baldassarre Peruzzi. In tutta l’area hanno subito grosse lesioni anche castelli, palazzi storici, campanili, torri civiche. Quella di Finale Emilia è stata lacerata dal sisma quasi avesse subito un colpo verticale dall’alto, tanto che il quadrante dell’orologio è tagliato in due. Ma si tratta solo di alcuni esempi.
Giornali e telegiornali ci presentano immagini di monumenti storici danneggiati che sembrano appartenere a un’altra classe rispetto a quelli investiti dai terremoti italiani più recenti, quello in Umbria e quello dell’Aquila; qui nella Bassa emiliana c’è ben poco che rientri nei grandi circuiti del turismo contemporaneo, un fenomeno di massa che segue per forza itinerari ben consolidati alla ricerca di episodi di grande rinomanza e richiamo. Qui vediamo soprattutto cittadine e paesi in cui la storia si è depositata senza emergenze straordinarie, ma con una pacatezza diffusa, nelle chiese parrocchiali come nei municipi, nelle case rurali come nelle ville padronali. I bassi portici di tanti piccoli centri della Bassa sono un po’ il simbolo di questo profilo solo apparentemente defilato; sono quelli, ad esempio, di Luzzara, in cui Cesare Zavattini e i suoi amici camminavano “sino alle due di notte” a parlare di cinema.
Che cosa fare di tutti questi monumenti distrutti o squarciati? Le strade sono due, quella praticata in Friuli dopo il terremoto del 1976 e quella imboccata dal governo Berlusconi dopo l’evento sismico del 2009 a L’Aquila. Nel primo caso si scelse di ricostruire gli edifici, per quanto possibile, nella forma originale; l’esempio per eccellenza fu quello del duomo medioevale di Gemona, minuziosamente ricostruito rimontando, quando recuperabili, i materiali antichi. Nel caso dell’Aquila, si decise invece per quella che venne definita opzione “new town” (si noti l’uso dell’inglese che, in certi contesti, fa sempre tendenza). Si scelse di assicurare subito un’abitazione ai cittadini aquilani in insediamenti del tutto nuovi, lasciando nel frattempo irrisolta la questione della ricostruzione del centro storico. Salvatore Settis ha scritto giustamente che “le new towns dell'Aquila si fanno a prezzo di abbandonarne il pregevole centro storico, ridotto a una Pompei del secolo XXI”. La scelta delle new-town – che non a caso vennero additate mediaticamente come segno della prontezza e dell’efficienza del governo – era l’esito coerente di una ben precisa visione della città come spazio essenzialmente funzionale: vi si abita e vi si consuma. Veniva di fatto messa in secondo piano la dimensione identitaria; del resto, in quegli stessi anni, la parola “identità” veniva brandita volentieri da membri dello stesso governo in una continua e fuorviante banalizzazione.
Qui in Emilia si tratta di ricostruire non tanto in nome del culto dei monumenti, ma proprio in nome dell’identità che essi assicurano ai luoghi e ai cittadini che li frequentano. Lo studioso può fornire la definizione corretta di una torre medioevale o di una chiesa del Quattrocento sotto il profilo della storia dell’architettura e della storia dell’arte; li sa catalogare. Ma è chi abita in quella cittadina o in quel paese che veramente sa che cosa siano la torre o la chiesa in quel determinato paesaggio urbano, che ha imparato a conoscere forse fin da bambino. Non è necessario che questo sapere si traduca in un discorso compiuto per essere vero: è convalidato ogni giorno da percorsi individuali, da movimenti consueti, da incontri possibili; è confermato da una sorta di ripetuta agnizione, come se ogni volta si riconoscesse il volto di una persona ben nota. Quella torre e quella chiesa (e i palazzi, i campanili, i portici …) diventano elementi di un orientamento quotidiano, marcano uno spazio che altrimenti sarebbe indistinto e lo trasformano in luogo; magari simile ad altri (i paesi della Bassa emiliana, in questo caso), ma pur sempre spazio speciale di una memoria individuale e condivisa.
A così breve distanza dagli eventi sismici un inventario dei danni al patrimonio storico e artistico è impossibile, ma è chiara la vastità dei danni. Il duomo di Mirandola, costruito nel XV secolo, è in gran parte crollato; dall’esterno si intravvedono i pilastri e quanto rimane delle volte gotiche. Un crollo anche nel duomo di Carpi, un edificio eretto agli inizi del Cinquecento su progetto di Baldassarre Peruzzi. In tutta l’area hanno subito grosse lesioni anche castelli, palazzi storici, campanili, torri civiche. Quella di Finale Emilia è stata lacerata dal sisma quasi avesse subito un colpo verticale dall’alto, tanto che il quadrante dell’orologio è tagliato in due. Ma si tratta solo di alcuni esempi.
Giornali e telegiornali ci presentano immagini di monumenti storici danneggiati che sembrano appartenere a un’altra classe rispetto a quelli investiti dai terremoti italiani più recenti, quello in Umbria e quello dell’Aquila; qui nella Bassa emiliana c’è ben poco che rientri nei grandi circuiti del turismo contemporaneo, un fenomeno di massa che segue per forza itinerari ben consolidati alla ricerca di episodi di grande rinomanza e richiamo. Qui vediamo soprattutto cittadine e paesi in cui la storia si è depositata senza emergenze straordinarie, ma con una pacatezza diffusa, nelle chiese parrocchiali come nei municipi, nelle case rurali come nelle ville padronali. I bassi portici di tanti piccoli centri della Bassa sono un po’ il simbolo di questo profilo solo apparentemente defilato; sono quelli, ad esempio, di Luzzara, in cui Cesare Zavattini e i suoi amici camminavano “sino alle due di notte” a parlare di cinema.
Che cosa fare di tutti questi monumenti distrutti o squarciati? Le strade sono due, quella praticata in Friuli dopo il terremoto del 1976 e quella imboccata dal governo Berlusconi dopo l’evento sismico del 2009 a L’Aquila. Nel primo caso si scelse di ricostruire gli edifici, per quanto possibile, nella forma originale; l’esempio per eccellenza fu quello del duomo medioevale di Gemona, minuziosamente ricostruito rimontando, quando recuperabili, i materiali antichi. Nel caso dell’Aquila, si decise invece per quella che venne definita opzione “new town” (si noti l’uso dell’inglese che, in certi contesti, fa sempre tendenza). Si scelse di assicurare subito un’abitazione ai cittadini aquilani in insediamenti del tutto nuovi, lasciando nel frattempo irrisolta la questione della ricostruzione del centro storico. Salvatore Settis ha scritto giustamente che “le new towns dell'Aquila si fanno a prezzo di abbandonarne il pregevole centro storico, ridotto a una Pompei del secolo XXI”. La scelta delle new-town – che non a caso vennero additate mediaticamente come segno della prontezza e dell’efficienza del governo – era l’esito coerente di una ben precisa visione della città come spazio essenzialmente funzionale: vi si abita e vi si consuma. Veniva di fatto messa in secondo piano la dimensione identitaria; del resto, in quegli stessi anni, la parola “identità” veniva brandita volentieri da membri dello stesso governo in una continua e fuorviante banalizzazione.
Qui in Emilia si tratta di ricostruire non tanto in nome del culto dei monumenti, ma proprio in nome dell’identità che essi assicurano ai luoghi e ai cittadini che li frequentano. Lo studioso può fornire la definizione corretta di una torre medioevale o di una chiesa del Quattrocento sotto il profilo della storia dell’architettura e della storia dell’arte; li sa catalogare. Ma è chi abita in quella cittadina o in quel paese che veramente sa che cosa siano la torre o la chiesa in quel determinato paesaggio urbano, che ha imparato a conoscere forse fin da bambino. Non è necessario che questo sapere si traduca in un discorso compiuto per essere vero: è convalidato ogni giorno da percorsi individuali, da movimenti consueti, da incontri possibili; è confermato da una sorta di ripetuta agnizione, come se ogni volta si riconoscesse il volto di una persona ben nota. Quella torre e quella chiesa (e i palazzi, i campanili, i portici …) diventano elementi di un orientamento quotidiano, marcano uno spazio che altrimenti sarebbe indistinto e lo trasformano in luogo; magari simile ad altri (i paesi della Bassa emiliana, in questo caso), ma pur sempre spazio speciale di una memoria individuale e condivisa.
sabato 2 giugno 2012
TERREMOTO IN EMILIA. Patrimonio artistico, una email attivata dal MIBAC per segnalazioni
Emergenza terremoto - Province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia
E' stata creata una apposita casella di posta elettronica alla quale inviare tutte le segnalazioni di danni al patrimonio culturale o offerte di volontariato, collaborazioni e prestazioni : sisma2012@beniculturali.it
(dal sito del MIBAC)
E' stata creata una apposita casella di posta elettronica alla quale inviare tutte le segnalazioni di danni al patrimonio culturale o offerte di volontariato, collaborazioni e prestazioni : sisma2012@beniculturali.it
(dal sito del MIBAC)
Cosa serve - necessità per il terremoto in Emilia (Caritas di Modena e Reggio - dal Corriere della Sera)
Tende, brandine, materassi, coperte e cuscini. Poi: sapone, shampoo,
dentifricio, pannolini, carta igienica, fazzoletti, salviette. Ecco la lista
dell’emergenza per i terremotati dell’Emilia. L’ha messa a punto la Caritas di
Modena, con quelle di Carpi, Ferrara, Bologna e Reggio Emilia. Un esercito della
solidarietà sta coordinando la macchina degli aiuti per le popolazioni colpite
dal sisma. La Protezione civile, invece, conferma che per ora non «c’è bisogno
di cibo, vestiti e medicine», piuttosto lancia un appello perché servono al più
presto volontari.
«Ma non volontari qualsiasi - sottolineano -. Occorre personale specializzato. Anzitutto ingegneri civili, professionisti qualificati per verificare l’agibilità o meno degli edifici pubblici e privati: villette, palazzine, cascine, capannoni, scuole e chiese. E poi c’è bisogno di elettricisti, idraulici, carpentieri, muratori. Persone con mansioni precise. Perché la fase dell’emergenza deve essere gestita rapidamente quanto quella della messa in sicurezza». Questo è dunque l’appello che viene lanciato dall’Emilia ferita dal terremoto del 20 e del 29 maggio. Con un bilancio di 24 morti, 350 feriti e 15 mila senzatetto e una conta dei danni per miliardi di euro e non ancora quantificati con esattezza.
(si veda anche http://aregolaarte.blogspot.it/2012/05/terremoto-in-emilia-cosa-serve-e-cosa.html per le indicazioni riportate sul sito della Provincia di Reggio Emilia)
«Ma non volontari qualsiasi - sottolineano -. Occorre personale specializzato. Anzitutto ingegneri civili, professionisti qualificati per verificare l’agibilità o meno degli edifici pubblici e privati: villette, palazzine, cascine, capannoni, scuole e chiese. E poi c’è bisogno di elettricisti, idraulici, carpentieri, muratori. Persone con mansioni precise. Perché la fase dell’emergenza deve essere gestita rapidamente quanto quella della messa in sicurezza». Questo è dunque l’appello che viene lanciato dall’Emilia ferita dal terremoto del 20 e del 29 maggio. Con un bilancio di 24 morti, 350 feriti e 15 mila senzatetto e una conta dei danni per miliardi di euro e non ancora quantificati con esattezza.
(si veda anche http://aregolaarte.blogspot.it/2012/05/terremoto-in-emilia-cosa-serve-e-cosa.html per le indicazioni riportate sul sito della Provincia di Reggio Emilia)
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