NOVELLARA. Lelio Orsi (Novellara 1511-1587), ovvero Lelio da Nuvolara “in architettura magno, in pittura maggiore e in disegno optimo”, è – come ha scritto Giuliano Briganti parlando dell’artista novellarese, le cui opere caratterizzano tuttora il paese reggiano della Bassa – uno dei più affascinanti protagonisti in territorio emiliano di quell'età crepuscolare «ancora memore della classica naturalezza e dell'amore correggesco per le favole antiche, impreziosita dalle sottili alchimie della Maniera, dominata dalla luce dei cupi pensieri nati dal grande animo introverso di Michelangelo».Nato da Bartolomeo Orsi, capitano della porta del Castello dei Gonzaga di Novellara, Lelio ha trascorso i primi anni della sua vita a contatto con l'ambiente culturalmente stimolante della piccola e raffinata corte gonzaghesca.
Del suo apprendistato artistico si hanno scarse notizie. La sua prima opera giovanile conosciuta è il fregio con scene di lotte e d'amore, putti, satiri, cavalli, guerrieri, animali mostruosi e stemmi, della canonica della chiesa del castello di Querciola; con già la misura di una vivace inventiva e più di un eco dell'influsso di Giulio Romano.
Accusato di complicità in un fatto di sangue a Reggio Emilia (al quale risultò poi totalmente estraneo), nel 1546 Lelio Orsi si rifugiò definitivamente a Novellara, protetto dai Gonzaga, di cui diventò ben presto artista di corte.
Un viaggio a Venezia fu l'occasione per venire a contatto con la pittura veneziana e di conoscere alcuni pittori tedeschi e fiamminghi. Durante un lungo soggiorno a Roma, presso la corte pontificia, al seguito del conte Alfonso Gonzaga, la lezione michelangiolesca segnò profondamente la sua formazione artistica.
Il 1563 fu l'anno di inizio, nella piccola capitale gonzaghesca, di una stagione di intense attività edilizie e pittoriche, con Lelio Orsi nel ruolo di eclettico “genius loci”.
Su suo progetto furono realizzate diverse emergenze architettoniche, alcune delle quali ancora oggi caratterizzano Novellara: dalla chiesa collegiata di Santo Stefano alla casa di probazione dei Gesuiti, dalle due "delizie" gonzaghesche, al piano nobile e al loggiato della Rocca.
Tutte opere caratterizzate da dovizia di affreschi all'interno e all'esterno degli edifici.
L'ultima sua opera fu il disegno della Madonna della Ghiara, dipinta poi dal Bertone per la cattedrale di Reggio.
In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte, celebrato nel 1987, enti pubblici e privati hanno dedicato a “Lelio Orsi da Nuvolara”, fra Reggio Emilia e Novellara, una straordinaria mostra antologica, una mostra di opere di suoi allievi e un convegno internazionale di studi. Ora si celebra il cinquecentesimo anniversario della nascita.
17 novembre 2011
Nato da Bartolomeo Orsi, capitano della porta del Castello dei Gonzaga di Novellara, Lelio ha trascorso i primi anni della sua vita a contatto con l'ambiente culturalmente stimolante della piccola e raffinata corte gonzaghesca.
Del suo apprendistato artistico si hanno scarse notizie. La sua prima opera giovanile conosciuta è il fregio con scene di lotte e d'amore, putti, satiri, cavalli, guerrieri, animali mostruosi e stemmi, della canonica della chiesa del castello di Querciola; con già la misura di una vivace inventiva e più di un eco dell'influsso di Giulio Romano.
Accusato di complicità in un fatto di sangue a Reggio Emilia (al quale risultò poi totalmente estraneo), nel 1546 Lelio Orsi si rifugiò definitivamente a Novellara, protetto dai Gonzaga, di cui diventò ben presto artista di corte.
Un viaggio a Venezia fu l'occasione per venire a contatto con la pittura veneziana e di conoscere alcuni pittori tedeschi e fiamminghi. Durante un lungo soggiorno a Roma, presso la corte pontificia, al seguito del conte Alfonso Gonzaga, la lezione michelangiolesca segnò profondamente la sua formazione artistica.
Il 1563 fu l'anno di inizio, nella piccola capitale gonzaghesca, di una stagione di intense attività edilizie e pittoriche, con Lelio Orsi nel ruolo di eclettico “genius loci”.
Su suo progetto furono realizzate diverse emergenze architettoniche, alcune delle quali ancora oggi caratterizzano Novellara: dalla chiesa collegiata di Santo Stefano alla casa di probazione dei Gesuiti, dalle due "delizie" gonzaghesche, al piano nobile e al loggiato della Rocca.
Tutte opere caratterizzate da dovizia di affreschi all'interno e all'esterno degli edifici.
L'ultima sua opera fu il disegno della Madonna della Ghiara, dipinta poi dal Bertone per la cattedrale di Reggio.
In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte, celebrato nel 1987, enti pubblici e privati hanno dedicato a “Lelio Orsi da Nuvolara”, fra Reggio Emilia e Novellara, una straordinaria mostra antologica, una mostra di opere di suoi allievi e un convegno internazionale di studi. Ora si celebra il cinquecentesimo anniversario della nascita.
Del suo apprendistato artistico si hanno scarse notizie. La sua prima opera giovanile conosciuta è il fregio con scene di lotte e d'amore, putti, satiri, cavalli, guerrieri, animali mostruosi e stemmi, della canonica della chiesa del castello di Querciola; con già la misura di una vivace inventiva e più di un eco dell'influsso di Giulio Romano.
Accusato di complicità in un fatto di sangue a Reggio Emilia (al quale risultò poi totalmente estraneo), nel 1546 Lelio Orsi si rifugiò definitivamente a Novellara, protetto dai Gonzaga, di cui diventò ben presto artista di corte.
Un viaggio a Venezia fu l'occasione per venire a contatto con la pittura veneziana e di conoscere alcuni pittori tedeschi e fiamminghi. Durante un lungo soggiorno a Roma, presso la corte pontificia, al seguito del conte Alfonso Gonzaga, la lezione michelangiolesca segnò profondamente la sua formazione artistica.
Il 1563 fu l'anno di inizio, nella piccola capitale gonzaghesca, di una stagione di intense attività edilizie e pittoriche, con Lelio Orsi nel ruolo di eclettico “genius loci”.
Su suo progetto furono realizzate diverse emergenze architettoniche, alcune delle quali ancora oggi caratterizzano Novellara: dalla chiesa collegiata di Santo Stefano alla casa di probazione dei Gesuiti, dalle due "delizie" gonzaghesche, al piano nobile e al loggiato della Rocca.
Tutte opere caratterizzate da dovizia di affreschi all'interno e all'esterno degli edifici.
L'ultima sua opera fu il disegno della Madonna della Ghiara, dipinta poi dal Bertone per la cattedrale di Reggio.
In occasione del quattrocentesimo anniversario della morte, celebrato nel 1987, enti pubblici e privati hanno dedicato a “Lelio Orsi da Nuvolara”, fra Reggio Emilia e Novellara, una straordinaria mostra antologica, una mostra di opere di suoi allievi e un convegno internazionale di studi. Ora si celebra il cinquecentesimo anniversario della nascita.
17 novembre 2011