Presentata la raccolta di studi sul pittore di corte Lelio Orsi
NOVELLARA. Domenica pomeriggio, nella sala del consiglio, in un Rocca gremita, è stato presentato il volume con gli atti della giornata di studi “Orsi a Novellara-Un grande manierista in una piccola...
NOVELLARA. Domenica pomeriggio, nella sala del consiglio, in un Rocca gremita, è stato presentato il volume con gli atti della giornata di studi “Orsi a Novellara-Un grande manierista in una piccola corte”. La mostra era stata organizzata nel novembre dell’anno scorso in occasione del cinquecentesimo anniversario della nascita di Lelio Orsi “da Nuvolara” (1511-1587), uno dei più raffinati interpreti in terra emiliana del manierismo.
Un irrequieto, ombroso, lunare, visionario, estroso artista, pittore e architetto, nato in Rocca da uno spenditore di corte dei Gonzaga, che ha trascorso la prima giovinezza nell’ambiente raffinato della corte, rimanendovi per quasi tutta la vita. Qui progettò e realizzò alcune delle principali strutture che ancora oggi caratterizzano la città: il secondo piano della Rocca, la chiesa collegiata di Santo Stefano, la casa di probazione dei gesuiti, i due casini di delizie.
Con la fine della dinastia dei Gonzaga di Novellara, nella prima metà del Settecento, i suoi dipinti e i tanti disegni sono andati dispersi fra collezioni pubbliche e private e ora sono nella maggior parte conservati nei più importanti museo del mondo. Nel museo Gonzaga sono rimasti l’ “Annunciazione”, alcuni disegni e il ciclo degli affreschi del Casino di sopra. Il volume, ricco di informazioni inedite e di immagini, è stato distribuito in omaggio ai numerosi partecipanti alla presentazione. Nel primo contributo, Walter Baricchi traccia un panorama delle piccole corti padane nel Rinascimento. A seguire Massimo Pirondini, curatore della monografia e della grande mostra allestita nel 1987 in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte dell’Orsi, fornisce un corposo aggiornamento sugli studi che hanno fatto seguito a quella sua opera fondamentale. L’architetto Maria Cristina Costa illustra il restauro degli affreschi giovanili dell’Orsi nel castello di Querciola. Pierluigi Carofano analizzando una serie di versioni dell’ “Agonia di Cristo nell’orto del Getsemani”, ipotizza una matrice correggesca per alcune opere di Lelio Orsi. Giancarlo Grassi pubblica un inedito progetto cinquecentesco per la cattedrale di Reggio. Alessandra Bigi Iotti documenta la presenza del giovane Raffaellino da Reggio a Novellara, come allievo dell'Orsi. Giulio Zavatta si occupa della sala del Fico in Rocca, da poco restaurata. Infine Marco Cianpolini e Antonio Vannugli trattano rispettivamente delle opere emiliane conservate nelle collezioni senesi e di una lettura aggiornata degli studi sull’oratorio romano del Gonfalone.
Il volume è stato curato da Alessandra Bigi Iotti, Giulio Zavatta e Massimo Pirondini, con il coordinamento organizzativo di Elena Ghidini, la collaborazione dell’associazione culturale “A regola d'Arte”, il patrocinio della Soprintendenza Bsae di Modena e Reggio e dell’istituto Beni culturali della Regione con il contributo della Provincia. Alla presentazione, introdotta dall’assessore alla Cultura Paola Santachiara e coordinata dalla direttrice del museo Erlena Ghidini, sono intervenuti Federico Fischetti, della Soprintendenza, e Claudio Strinati, del Ministero della Cultura. Hanno presentato gli storici dell’arte Massimo Pirondini e Giulio Zavatta.
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