DOMENICA 28 APRILE ore
16,00
presso il Portico dei
Marmi dei Musei Civici di Reggio Emilia
Marzia
Faietti, direttrice del
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi
presenta:
LINEA II. GIOCHI, METAMORFOSI, SEDUZIONI DELLA LINEA
a cura di Marzia Faietti
e Gerhard Wolf (Giunti editore, Milano 2012)
Il progetto LINEA, nato nel 2006 da una preziosa
collaborazione tra il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e il
Kunsthistorisches Institut in Florenz, dopo la pubblicazione del volume
Linea I che raccoglieva gli atti del primo convegno internazionale
organizzato nel 2007, prosegue nel suo percorso con la recente uscita di Linea
II, realizzato a seguito del convegno tenutosi a Firenze dal 3 al 5 novembre
2010 (LINEA II - Tangents, interlaces, knots, labyrinths. Structure and meaning of lines from antiquity to the contemporary period).
Possiamo parlare di un vero e proprio proseguo, poiché
se Linea I. Grafie di immagini tra Quattrocento e Cinquecento, a cura di
Marzia Faietti e Gerhard Wolf (Marsilio, Venezia 2008), concentrava indagini e
attenzioni sul periodo che vedeva attivi Andrea Mantegna e Albrecht Dürer con
le teorizzazioni in particolare di Leon Battista Alberti, Lorenzo Ghiberti e
Piero della Francesca, Linea II. Giochi, metamorfosi, seduzioni della linea,
a cura sempre di Faietti e Wolf (Giunti Editore, Milano 2012), propone
riflessioni sul disegno e sul complesso rapporto tra Linea e Disegno nelle
opere e negli autori dal Quattrocento al XX secolo.
Si tratta di un progetto di ampio respiro, realizzato attraverso una serie di
seminari, incontri e pubblicazioni, inteso a indagare la linea – elemento
fondamentale nelle arti europee e non solo - nella sua infinita ricchezza e
polisemia. Un progetto scandito in tre tappe; con Linea II, come
denuncia il numero romano, si giunge alla conclusione della seconda, in attesa
di Linea III, terzo e ultimo appuntamento, nel quale si esploreranno
passaggi e polarità tra disegno e scrittura.
In Linea II, in particolare, si riflette sul
disegno identificato come lineamentum. «La linea può essere o diventare
disegno, ma il disegno, in realtà, non è solo linea e la linea non è solo
disegno», scrivono nell’introduzione i curatori del volume, lasciando intendere
la complessità dei temi affrontati, tanto molteplici quanto intriganti.
Intriganti, come l’immagine significativamente scelta per la copertina, quel
graffito LABYRINTHVS HIC HABITAT MINOTAVRVS accompagnato dal disegno di un
labirinto quadrangolare, scoperto nella primavera del 1847 nella cosiddetta
Casa delle suonatrici a Pompei. Di quel graffito, purtroppo, non rimangono oggi
che i disegni realizzati nella seconda metà dell’Ottocento e la descrizione che
ne hanno dato i primi archeologi che si sono occupati della casa; ricostruire
quelle linee è come ripercorrere un intricato tracciato, un percorso verso la
conoscenza irto di ostacoli, nel quale è necessario fare ordine.
Il volume Linea II propone da questo punto di vista un ordine in tre
sezioni esemplare, come esemplare è la scelta di proporre i testi in lingua
originale, ma con un utilissimo abstract finale nella più agevole lingua
inglese per i testi in italiano e tedesco.
Nel primo saggio del volume, oggetto tra l’altro della
conferenza di domenica 28 Aprile,
Marzia Faietti esamina un foglio di Raffaello («una
singola opera selezionata come exemplum di tensioni intellettuali e
artistiche più generali»), conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe
degli Uffizi che esemplifica magistralmente un seducente percorso: non solo
nel foglio coesistono diversi stili grafici, con significato concettuale di
grande interesse, ma la studiosa vi riconosce anche un importante snodo tra gli
ultimi sviluppi della prospettiva lineare, in particolare così come teorizzata
da Leon Battista Alberti, e la prefigurazione di sistemi diversi e innovativi
di rappresentazione spaziale: dalla prospettiva lineare che adotta la soluzione
pittorica della "scatola architettonica" o della cornice per
orchestrare composizioni vaste e articolate, al tentativo di oltrepassare quei
confini.
Nel disegno, come anticipato, scultura, pittura e
architettura (le cosiddette tre arti maggiori) sono ricongiunte sotto gli
auspici del «disegno», il solo in grado di riprodurre l’aggetto del rilievo
scultoreo con inchiostro diluito, l'affresco di dominante bidimensionalità
attraverso ritmi lineari e tratteggio diagonale, e il volume spaziale
dell'edificio con l'energia rapida e concisa dello schizzo sulla destra. «Tre
stili grafici diversi per tre branche differenti dell’espressione artistica,
che convivono nello spazio limitato di un foglio, il cui valore concettuale non
è inferiore a quello artistico».