Musei civici, Delrio: "Pronti a riprendere il confronto"
Il sindaco risponde alla lettera aperta di un gruppo di intellettuali sul futuro assetto della struttura
I nuovi Musei civici
Reggio Emilia, 20 febbraio 2012 - Il nuovo aspetto che andranno ad assumere i Musei Civici non piace a tutti. Un gruppo di intellettuali ha scritto una lettera aperta, contestando i cambiamenti, che "non sono stati discussi con la città". In particolare, i firmatari della lettera chiedono che "Il sindaco riveda il progetto di Italo Rota". Ecco la risposta del sindaco Graziano Delrio:
"Sono contento che un gruppo di cittadini reggiani senta il bisogno di intervenire sul progetto di riqualificazione dei Musei Civici. Interpreto questa iniziativa come un atto di amore verso la nostra città e verso ciò che rappresentano i nostri Musei da sempre. In tutte le città, di fronte ai cambiamenti, emergono a volte reazioni e paure a volte giustificate, a volte no. E’ successo a Reggio Emilia con la riqualificazione delle piazze della città storica: ora però le piazze sono frequentate da persone, non più piene di auto.
E’ successo con la fontana del teatro Valli: ora è piena di bambini e, data la sua bellezza, ricca di spettatori.
E’ successo con la Cattedrale: dopo l’adeguamento liturgico, appare più accogliente e significativa per i fedeli.
Allora parliamo – nel merito - del concept progettuale dell’architetto Italo Rota, che nel 2010, in un’anteprima nell’ambito di Fotografia Europea, l’installazione “L’amore ci dividerà – Prove generali di un Museo”, ha suscitato la curiosità e raccolto il favore di migliaia di visitatori. Il riallestimento dei Musei Civici ci pone, come abbiamo già detto in quell’occasione del 2010, una domanda: cosa lasciamo e cosa portiamo con noi nel futuro che ci attende; ovvero cosa vogliamo valorizzare dell’arte, della scienza, dei costumi, della letteratura, per il nostro futuro? Un futuro che ci interessa, perché ci passeremo il resto della vita. L’obiettivo è creare musei attrattivi per la città, per ogni fascia di età, valorizzando il patrimonio straordinario che questo edificio contiene nei diversi ambiti della scienza, della cultura e della storia.
I Musei reggiani hanno bisogno prima di tutto di questo: avvicinare di più le persone e avvicinarsi di più alla città.
La scelta è coerente con la nostra politica: partire da quel che c’è di importante ed eccellente in città – e c’è tanto di importante ed eccellente – per aprirci al futuro. Se da una parte è irrinunciabile conservare, dall’altra è irrinunciabile aprirsi a nuovi linguaggi, innovare per creare nuove opportunità per tutti. Lo diciamo, pensando a Renzo Bonazzi, dopo aver ricordato in questi giorni la sua azione culturale.
La proposta di Italo Rota – a cui abbiamo lavorato con gli assessori Mimmo Spadoni e Giovanni Catellani e con i tecnici del Comune – trova nel coinvolgimento dei cittadini una ragion d’essere e un continuo arricchimento, sulla base di indicazioni progettuali delineate. Dalla lettera sulla stampa odierna, viene un’ulteriore sollecitazione al confronto: è una sollecitazione che accolgo molto volentieri. Un confronto tra il progetto di Rota e la città ci sta bene e ci sarà.
Vale la pena ricordare che il progetto di ampliamento dei Musei Civici, che interessa parti del complesso di palazzo San Francesco oggi non fruibili, è un progetto strategico di rafforzamento del sistema degli spazi pubblici (e i focus della cultura e delle relazioni accoglienti sono cruciali per noi) del centro storico. E’ un progetto, autorizzato dalla Sovrintendenza, inserito pienamente nel contesto degli interventi realizzati in questi anni attraverso il Pru del centro storico, che gode di un apporto di risorse pubbliche, già finanziate da tempo, e di risorse private considerevoli. Già finanziate e quindi non incidenti sull’attuale congiuntura, ma bloccate da tempo – quelle pubbliche – dal Patto di stabilità.
Qualche tempo fa, il tema del progetto era stato discusso, l’Amministrazione comunale aveva avuto modo di incontrare una delegazione, che si era fatta portatrice di critiche e sollecitazioni. Sono positivi interesse e partecipazione al dibattito culturale della città. Ci siamo resi disponibili a presentazioni del progetto, che servissero prima di tutto a capire. Causa i tempi, che si sono allungati per la procedura amministrativa, quei contatti hanno avuto una pausa. I tempi ora paiono maturi per riprendere il percorso sospeso, e siamo pronti a riprenderlo. Il confronto però, per essere produttivo, credo debba abbandonare logiche di pura conservazione o di innovazione fine a se stessa, per mettere al centro il sapere, la conoscenza, cioè la città delle persone".
"Sono contento che un gruppo di cittadini reggiani senta il bisogno di intervenire sul progetto di riqualificazione dei Musei Civici. Interpreto questa iniziativa come un atto di amore verso la nostra città e verso ciò che rappresentano i nostri Musei da sempre. In tutte le città, di fronte ai cambiamenti, emergono a volte reazioni e paure a volte giustificate, a volte no. E’ successo a Reggio Emilia con la riqualificazione delle piazze della città storica: ora però le piazze sono frequentate da persone, non più piene di auto.
E’ successo con la fontana del teatro Valli: ora è piena di bambini e, data la sua bellezza, ricca di spettatori.
E’ successo con la Cattedrale: dopo l’adeguamento liturgico, appare più accogliente e significativa per i fedeli.
Allora parliamo – nel merito - del concept progettuale dell’architetto Italo Rota, che nel 2010, in un’anteprima nell’ambito di Fotografia Europea, l’installazione “L’amore ci dividerà – Prove generali di un Museo”, ha suscitato la curiosità e raccolto il favore di migliaia di visitatori. Il riallestimento dei Musei Civici ci pone, come abbiamo già detto in quell’occasione del 2010, una domanda: cosa lasciamo e cosa portiamo con noi nel futuro che ci attende; ovvero cosa vogliamo valorizzare dell’arte, della scienza, dei costumi, della letteratura, per il nostro futuro? Un futuro che ci interessa, perché ci passeremo il resto della vita. L’obiettivo è creare musei attrattivi per la città, per ogni fascia di età, valorizzando il patrimonio straordinario che questo edificio contiene nei diversi ambiti della scienza, della cultura e della storia.
I Musei reggiani hanno bisogno prima di tutto di questo: avvicinare di più le persone e avvicinarsi di più alla città.
La scelta è coerente con la nostra politica: partire da quel che c’è di importante ed eccellente in città – e c’è tanto di importante ed eccellente – per aprirci al futuro. Se da una parte è irrinunciabile conservare, dall’altra è irrinunciabile aprirsi a nuovi linguaggi, innovare per creare nuove opportunità per tutti. Lo diciamo, pensando a Renzo Bonazzi, dopo aver ricordato in questi giorni la sua azione culturale.
La proposta di Italo Rota – a cui abbiamo lavorato con gli assessori Mimmo Spadoni e Giovanni Catellani e con i tecnici del Comune – trova nel coinvolgimento dei cittadini una ragion d’essere e un continuo arricchimento, sulla base di indicazioni progettuali delineate. Dalla lettera sulla stampa odierna, viene un’ulteriore sollecitazione al confronto: è una sollecitazione che accolgo molto volentieri. Un confronto tra il progetto di Rota e la città ci sta bene e ci sarà.
Vale la pena ricordare che il progetto di ampliamento dei Musei Civici, che interessa parti del complesso di palazzo San Francesco oggi non fruibili, è un progetto strategico di rafforzamento del sistema degli spazi pubblici (e i focus della cultura e delle relazioni accoglienti sono cruciali per noi) del centro storico. E’ un progetto, autorizzato dalla Sovrintendenza, inserito pienamente nel contesto degli interventi realizzati in questi anni attraverso il Pru del centro storico, che gode di un apporto di risorse pubbliche, già finanziate da tempo, e di risorse private considerevoli. Già finanziate e quindi non incidenti sull’attuale congiuntura, ma bloccate da tempo – quelle pubbliche – dal Patto di stabilità.
Qualche tempo fa, il tema del progetto era stato discusso, l’Amministrazione comunale aveva avuto modo di incontrare una delegazione, che si era fatta portatrice di critiche e sollecitazioni. Sono positivi interesse e partecipazione al dibattito culturale della città. Ci siamo resi disponibili a presentazioni del progetto, che servissero prima di tutto a capire. Causa i tempi, che si sono allungati per la procedura amministrativa, quei contatti hanno avuto una pausa. I tempi ora paiono maturi per riprendere il percorso sospeso, e siamo pronti a riprenderlo. Il confronto però, per essere produttivo, credo debba abbandonare logiche di pura conservazione o di innovazione fine a se stessa, per mettere al centro il sapere, la conoscenza, cioè la città delle persone".