venerdì 19 aprile 2013

Fotografia europea 2013: Fabrizio Orsi, gli oggetti ci parlano


+


GLI OGGETTI CI PARLANO
 LA GALLERIA DEI RITRATTI

fotografie di Fabrizio Orsi

Galleria Bigi-Iotti Reggio Emilia
p.zza Fontenesi, 11/A
sab. 4 maggio-dom. 16 Giugno
sab-dom 17,00-20,00
inaugurazione sabato 4 maggio ore 19,00


A distanza di un anno dalla mostra Gli oggetti i parlano, allestita ai chiostri di S. Pietro a Reggio Emilia con la cura di Italo Rota, l’Associazione culturale A Regola d’Arte propone di quell’evento alcune delle immagini più significative. Di quel formidabile work in progress o elaborata installazione restano infatti decine di migliaia di immagini, di professionisti e non, che hanno registrato meticolosamente ogni fase dell’allestimento, ogni singolo oggetto e molte delle persone coinvolte nel prestito degli oggetti. I video, ma soprattutto la fotografia costituivano parte integrante del progetto, destinato nel breve volgere di qualche mese ad essere smantellato.
Il set di Fabrizio Orsi, allestito all’inizio degli spazi espositivi, aveva lo scopo di ritrarre i prestatori insieme all’oggetto prestato. Ritratti e oggetti. Ne sono scaturite cartoline-ricordo in parte donate già alla fine dell’esposizione, ma la maggior parte del materiale fotografico, oggi riprodotto anche in grande formato e di notevole bellezza, non è mai stato esposto né reso fruibile. Decine e decine di ritratti che testimoniano la partecipazione attiva della cittadinanza a un evento culturale innovativo e di lunga gittata per il futuro museo della città. Decine e decine di oggetti, ognuno con una peculiare storia personale e materiale, che hanno fatto parte di un grande racconto collettivo quale è stata la storia della nostra città a partire dagli anni ’60.
Quattro i nodi tematici del racconto, quattro le stanze allestite in previsione delle future period rooms che vedranno la luce nel nuovo museo di S. Francesco: come vestiremo, come mangeremo, come condivideremo, come parteciperemo. Quattro aspetti cruciali della storia sociale più recente della nostra città intesi come momenti centrali di passaggio e innovazione, come congiunture della storia della città e del paese. La moda, intesa come stile di vita e come fusione di artigianato e innovazione; la cucina, come luogo cardine del cambiamento dei costumi sociali e alimentari; il viaggio, come momento della scoperta, del confronto, dello scambio, dell’incredibile allargamento delle prospettive culturali; la politica, come luogo di condivisione di idee e prospettive, di partecipazione collettiva.
Come i grandi collezionisti, mecenati o donatori, dei secoli passati, il coinvolgimento in prima persona del pubblico – che liberamente ha deciso di prestare gli oggetti o donarli – ha trasformato automaticamente una operazione culturale “per pochi”in un progetto “per molti” se non  “per tutti”. Ed è questa, in estrema sintesi, anche la sfida del futuro museo reggiano.