martedì 7 maggio 2013

Fabrizio Orsi, Gli oggetti ci parlano sul Giornale di Reggio online



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Orsi fotografa gli oggetti parlanti. 
Alla galleria Bigi - Iotti finalmente le immagini del progetto di Italo Rota
La galleria dei ritratti, fotografie di Fabrizio Orsi










REGGIO-A distanza di un anno dalla mostra “Gli oggetti i parlano", 
allestita ai chiostri di S. Pietro a Reggio Emilia con la cura diItalo Rota
l’associazione culturale A Regola d’Arte propone di quell’appuntamento 
alcune delle immagini più significative. Le fotografie di Fabrizio Orsi sono 
esposte alla Galleria Bigi-Iotti di p.zza Fontenesi, 11/A, da sabato 4 maggio
 a domenica 16 Giugno, sab-dom con orari 17-20. 
Inaugurazione sabato 4 maggio ore 19. Di quel formidabile work in progress
 o elaborata installazione restano infatti decine di migliaia di immagini,
 di professionisti e non, che hanno registrato meticolosamente ogni fase 
dell’allestimento, ogni singolo oggetto e molte delle persone coinvolte 
nel prestito degli oggetti. I video, ma soprattutto la fotografia costituivano parte 
integrante del progetto, destinato nel breve volgere di qualche mese ad essere smantellato.
Il set di Fabrizio Orsi, allestito all’inizio degli spazi espositivi, aveva
 lo scopo di ritrarre i prestatori insieme all’oggetto prestato.
 Ritratti e oggetti. Ne sono scaturite cartoline-ricordo in parte 
donate già alla fine dell’esposizione, ma la maggior parte 
del materiale fotografico, oggi riprodotto anche in grande 
formato e di notevole bellezza, non è mai stato esposto né reso fruibile. 
Decine e decine di ritratti che testimoniano la partecipazione attiva della
 cittadinanza a un evento culturale innovativo e di lunga gittata per 
il futuro museo della città. Decine e decine di oggetti, ognuno con
 una peculiare storia personale e materiale, che hanno fatto parte 
di un grande racconto collettivo quale è stata la storia della nostra 
città a partire dagli anni ’60.
Quattro i nodi tematici del racconto, quattro le stanze allestite 
in previsione delle future period rooms che vedranno la luce 
nel nuovo museo di S. Francesco: come vestiremo, come
 mangeremo, come condivideremo, come parteciperemo. 
Quattro aspetti cruciali della storia sociale più recente 
della nostra città intesi come momenti centrali di passaggio 
e innovazione, come congiunture della storia della città e del paese.
 La moda, intesa come stile di vita e come fusione di artigianato e innovazione;
 la cucina, come luogo cardine del cambiamento dei costumi sociali e alimentari; 
il viaggio, come momento della scoperta, del confronto, dello scambio, 
dell’incredibile allargamento delle prospettive culturali; la politica, 
come luogo di condivisione di idee e prospettive, di partecipazione collettiva.
Come i grandi collezionisti, mecenati o donatori, dei secoli passati, 
il coinvolgimento in prima persona del pubblico – che liberamente ha deciso
 di prestare gli oggetti o donarli – ha trasformato automaticamente una
 operazione culturale “per pochi”in un progetto “per molti” se non “per tutti”.
 Ed è questa, in estrema sintesi, anche la sfida del futuro museo reggiano.